amministrazione(c)attiva

A chiunque si domandi cosa occorra per convertire un’amministrazione efficiente ed incisiva in una, al contrario, insufficiente e poco produttiva si potrebbe realisticamente rispondere: il modo in cui essa programma, progetta, opera e realizza; più banalmente, invero, si potrebbe altresì rispondere che tutta la differenza del mondo è contenuta in una singola, unica, piccola lettera dell’alfabeto: la consonante “c”. Tanto basta infattia convertire lo slogan social # amministrazioneattiva nell’ altrettanto accattivante  #amministrazione(c)attiva. 

“C” come cani, randagi, i quali sempre più imperversano in varie porzioni del territorio alla ricerca di un’ Oasi Canina diventata nel frattempo un miraggio in mezzo al deserto.

“C” come cantiere, aperto, espressione inflazionata di cui i politici amano riempirsi la bocca per giustificare il proprio operatopresente e futuro ma, che a conti fatti, sovente fa rima con ben poco di concreto da consegnare nell’ immediato alla Città (la vicenda Palazzetto dello Sport sta diventando l’emblema dell’attesa inattesa, specie dopo la presentazione in pompa magna di qualche mese fa).

“ C” come controsenso, l’ennesimo, di cui siamo testimoni, in riferimento all’arteria di collegamento fra Acri e Cosenza, diventata oggigiorno improvvisamente troppo scomoda e poco scorrevole per collegare efficacemente le due realtà, ma che avrebbe consentito, solo ieri, a centinaia di mezzi pesanti dipoterla percorrere per raggiungere il sito potenzialmente individuato per ospitare l’Ecodistretto.

“C” come colorante, alimentare, una soluzione abbandonata sul tavolo da almeno sei anni per dissuadere i furbetti dell’acqua dall’utilizzo improprio di questa preziosa materia prima e mai adottata, non si sa per quale motivo, da chi di dovere, specie nei momenti di grave crisi idrica.

“C” come Comitato, anzi Comitati. Quello che si batte, giustamente e da tempo, per i diritti sacrosanti dei cittadini che sivedono ogni giorno depredati di un pezzo di sanità, adesso hafinalmente ricevuto la benedizione delle Autorità, perché sulla salute, ma, si potrebbe aggiungere, anche sulla pessima gestione regionale bipartisan della vicenda, non ci possono essere distinzioni di colore politico; mentre quello che si batte, non per contrastare le energie rinnovabili o per far perdere ad Acri un’altra occasione, come qualcheduno continua a sostenere, quanto piuttosto per intavolare un discorso democratico basato sulla valutazione collettiva e sul confronto degli eventuali vantaggi e dei potenziali limiti, legati all’installazione di un Parco Eolico in un’area a forte vocazione paesaggistica e boschiva, viene quasidipinto come un demonio antiprogressista.

“C” come cittadini, fortunati, dalla cui parte si trovano sempre i rappresentanti eletti e delegati. Gli stessi che compaiono rassicuranti in qualche selfie in cui promettono che il ripristinodella condotta che rifornisce di acqua la “Vasca di Pietramorella” è finalmente realtà, salvo poi essere smentiti fragorosamente dai fatti, i quali vedono la medesima “Vasca” più asciutta del solito.

“C” come capacità, d’intercettamento, una delle prerogative di questa Amministrazione dalla quale ci si aspetta, pazientemente econ rinnovata fiducia, l’opera di ingegnerizzazione delle reti idriche promessa, cifre alla mano, ormai qualche anno or sono ma, al momento, mai realizzata.

“C” come cerimonie, ripetitive, nelle quali si festeggia come una conquista epocale la riapertura, permanente (nel senso di: per pochi mesi) del Presidio dei Vigili del Fuoco, in attesa che la fine dell’estate possa sancirne la chiusura permanente (nel senso di:per molti mesi).

“C” come Calcio Acri, la cui gloriosa storia decennale rischia di venire sommersa dall’assordante indifferenza delle Istituzioni.

“C” come carenze, gravi, nell’erogazione dei servizi. Viabilità disastrata, illuminazione pubblica a singhiozzo, sfalcio dell’erba a macchia di leopardo, manutenzione stradale delegata all’utilizzo di colonnine semaforiche portatili.

“C” come Cyrano de Bergerac, dal quale prendiamo spunto per parafrasare una delle sue espressioni più celebri, secondo cui, in fondo la “c” non è altro che un apostrofo rosa tra le parole:#amministrazione attiva.

Innovatori della politica

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