Maturità

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L’ermetismo e il carattere pensoso e profondamente umano di Quasimodo, gli Indifferenti borghesi di Moravia, l’idea(le) di nazione di Federico Chabod, storico, alpinista, politico e partigiano italiano, la preziosità del valore della creatività umana nelle parole di Piero Angela, gli incontri dissacranti delle 27 “interviste con la storia” di Oriana Fallaci, le riflessioni sugli esami “che non finiscono mai”, il senso dell’attesa e la relazione con i social… questi alcuni spunti della prima prova scritta della Maturità 2023. Molti hanno scelto proprio l’ultima, il tempo e la sua gestione sono messi alla prova dai social, la riflessività e l’attenzione, come li abbiamo sempre pensati, sembrano essere in pericolo, il senso del tempo è dettato dalla tecnica. 

Con la maturità del 2023 si è tornati alla normalità pre Covid: due prove scritte a carattere nazionale e un colloquio. Gli orali orasono quasi conclusi, ma ancora i maturandi non sono tutti rilassati. Si è trattato di un esame lungo, un maxi-orale, così è stato definito da qualcuno, dai 30 ai 60 minuti, un discorso multidisciplinare per ogni studente o studentessa passando da un quadro culturale a un altro. Per alcuni uno spazio accogliente per altri un campo di battaglia in cui si sentivano imputati. 

Il cuore dell’orale, quello iniziale, lo spunto per partire, è stata una immagine, un’opera d’arte o un estratto di opere letterarie o unacitazione, o una formula o una foto di personaggi famosi. 

Da quando comincia a emergere i ragazzi e le ragazze sembrano essersi giocati abbastanza bene le proprie carte, molti di loro si sono detti del tutto preparati (o almeno in parte) per affrontare l’argomento di partenza, certo alcuni hanno avuto qualchedifficoltà nel collegare tutte le materie e alcuni hanno esitato su alcuni punti ma hanno portato la missione a termine e alcuni hanno fatto qualche passaggio a vuoto. 

Le sensazioni sono abbastanza buone, una parte degli studenti pensa di essere andato molto bene, molti pensano di essersi almeno piazzati nella fascia intermedia, una buona parte ipotizza una sufficienza piena e solo alcuni pensano di non arrivare alla sufficienza. Nel periodo pandemico era consentito portare un solo accompagnatore all’esame orale, quest’anno è tornata la possibilità di un pubblico più ampio e allora vai con i compagni di classe, i migliori amici e molte mamme, qualche fidanzato/a, pochi i papà e i nonni. 

Quest’anno sono stati 536.008 gli studenti e le studentesse coinvolti/e nelle prove (521.015 candidati interni e 14.993 esterni), 27.895 classi, 267.758 Licei173.892 Istituti Tecnici, 94.358 Istituti Professionali14mila le commissioni esaminatrici. 

Le prove d’esame della maturità, un topos, un luogo comune, un motivo ricorrente, un passaggio obbligato, una cosa obsoleta, una cosa che tutti aspettano e poi ricordano. 

Era il 1923 quando il ministro Giovanni Gentile introdusse l’esame di maturità per tutti gli studenti dei licei italiani. Quest’anno la prova compie 100 anni. Il padre dell’esame di maturità pensava a una formula rigida. Erano 4 le prove scritte e laprova orale copriva il programma degli ultimi tre anni. La commissione era composta solo da membri esterni, spesso dadocenti universitari.

Ne abbiamo fatta di strada. Oggi dibattono ancora coloro che vorrebbero ripristinare formule del passato e coloro che vorrebbero la cancellazione dello stesso esame di maturità. Controversie che attraversano il dibattito pubblico, almeno perqualche giorno all’anno, un paio al massimo. 

Auguri al mezzo milione di diplomati e buon futuro!

Assunta Viteritti

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