ChatGPT è una figata

La crescente accessibilità delle risorse web basate sull’Intelligenza Artificiale (come ChatGPT) solleva rilevantiquestioni sulle implicazioni sociali, culturali ed etiche della diffusione di massa di queste tecnologie, soprattutto in ambito scolastico e universitario. Cosa accade nella formazione scolastica e universitari con questi nuovi dispositivi? Come gli studenti interagiscono con questi emergenti oggetti tecnici? Gli studenti interagiscono molto con queste tecnologie nelle loro attività di studio e non solo. Ma qual’è il livello di conoscenza generale di queste tecnologie da parte degli studenti? Come gli studenti integrano questi nuovi dispositivi nelle loro attività quotidiane? Quali sono, i principali vantaggi e rischi, dell’integrazione della IA nelle attività di studio a livello universitario? ChatGPT può fornire suggerimenti per la grammatica, il vocabolario e la struttura delle frasi. Si può chiedere una versione migliorativa di un testo, può rinforzare la meta cognizione, gli studenti, possonoragionare e condividere le loro scelte rispetto alle modifiche apportate. Con queste tecnologie si possono generare spunti di scrittura, aumentando la motivazione e la partecipazione. Puòessere utilizzato per aiutare gli studenti nel processo di apprendimento di una nuova lingua, generando traduzioni e correggendo la grammatica e l’ortografia. ChatGPT può aiutare gli studenti a comprendere meglio i concetti e a rispondere alle domande generando spiegazioni ed esempi. ChatGPT può funzionare come un tutor privato, se uno studente pone domande di ChatGPT su un argomento specifico, si può poi avviare una discussione partecipata in classe.

Da alcune analisi recenti emerge che gli studenti conoscono già bene l’Intelligenza artificiale e ChatGPT in particolare, soprattutto quegli studenti e studentesse che seguono studi legati alle tecnologie digitali o alla creatività. Si tratta di risorse digitali risorse usate ancora poco nelle attività di studio, sembra che gli studenti le usino come fonte di informazioni integrative ai materiali forniti dai docenti. Gli studenti sviluppano atteggiamentidi curiosità verso queste tecnologie che divengono un efficace un accesso al sapere e alla conoscenza. Parallelamente, da studi recenti, si registra anche una certa consapevolezza dei possibili rischi legati all’uso non etico di questi dispositivi.  Emerge una percezione nel complesso positiva della IA, trattata dai giovanicome risorse in grado di migliorare accesso a informazioni e conoscenza. Forse queste tecnologie avranno effetti negativi su future opportunità lavorative, in particolare nei settori della creatività e della produzione di contenuti culturali e digitali. I giovani si dovranno confrontare con molte incertezze ma sono anche molto eccitati e motivati nell’uso di queste tecnologie.  Un giovane studente di liceo artistico in una conversazione mi dice: l’intelligenza artificiale è una figata!

La nostra “scuola del merito” come si attrezzerà nel prossimo futuro, griderà solo “al lupo al lupo” o si metterà accanto a studenti e dispositivi per imparare insieme e provare a comprendere opportunità e rischi?

Assunta Viteritti

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