Cittadinanze onorarie

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Venerdì il consiglio comunale conferirà al colonnello Carlo Calcagni la cittadinanza onoraria di Acri.

E’ il quarto riconoscimento in sei anni. In tempi recenti c’erano stati solo due precedenti: il compianto Carlo Muscetta e l’avvocato americano, di origini acresi, James Luigi Ferraro. C’è poi Benito Mussolini, ma quella è un’altra storia, che, per quanto ne so, non è ancora chiusa: cioè il Duce è ancora un “acrese onorario”.

La cittadinanza onoraria viene conferita sempre all’unanimità, quindi dal consiglio comunale nella sua interezza, altrimenti non avrebbe senso e l’interessato non l’accetterebbe. A tal riguardo, c’è l’illustre precedente, a inizio degli anni Duemila, dell’allora Presidente della Camera dei Deputati Pierferdinando Casini, che ringraziò e declinò.

A scanso di equivoci, Carlo Muscetta, James Luigi Ferraro, Joseph Luzzi, Franco Arminio, Paolo Guido e Carlo Calcagni posseggono tutti i requisiti richiesti da una cittadinanza onoraria, cioè un riconoscimento onorifico “attribuito ai cittadini italiani o stranieri non aventi la residenza nel Comune, che si sono distinti particolarmente in campo culturale, sportivo, scientifico, economico, sociale ed umanitario, nel Comune, in Italia, e/o all’estero”.

Tuttavia, al di là dei curricula, penso che tutte queste qualità debbano essere integrate da un legame con la comunità di riferimento che vada oltre quello di sangue o di indiscusse capacità nei campi più diversi.

Nel 2019, su questa testata scrissi di non essere d’accordo con il riconoscimento a Franco Arminio (https://www.acrinews.it/2019/11/27/cittadinanza-onoraria-a-franco-arminio-perche/), spiegandone le ragioni. Rimango della stessa opinione, e aggiungo che personalmente non l’avrei data neanche al colonnello Carlo Calcagni, a James Luigi Ferraro e a Joseph Luzzi. Ritengo sacrosanta quella a Paolo Guido.

Ho avuto il privilegio di conoscere e intervistare per due volte Carlo Calcagni. La storia che ha alle spalle parla per lui. La sua forza, la sua determinazione, il suo esempio, il suo messaggio di straordinario attaccamento alla vita lo rendono una persona straordinaria. E’ l’esempio che mi sento di indicare a mia figlia. Carlo Calcagni per me è un monumento.

Ma tutto questo cosa c’entra con la cittadinanza onoraria? Il consiglio comunale lo scorso anno ha votato, anche in questo caso all’unanimità, una delibera di sostegno alle rivendicazioni portate avanti in maniera ineccepibile dal colonnello, e per me è stato giusto farlo. Ma oggi non vedo perché farlo cittadino onorario di Acri.

Per quello che fa, Carlo Calcagni dovrebbe essere cittadino onorario di ogni Comune dello Stivale. Carlo Calcagni è cittadino onorario d’Italia. Ha meriti che non hanno nulla a che vedere con la comunità acrese in particolare, ma hanno molto a che fare con la nostra grande comunità nazionale. Perché allora non darla pure a Nicola Gratteri?

Di recente, a mio avviso, si è fatto ricorso troppo spesso all’istituto della cittadinanza onoraria e il rischio è quello di svilirlo, non perché chi ne è stato insignito non sia degno del riconoscimento, ma perché personalmente gli attribuisco una valenza diversa.

Piero Cirino

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