Povertà educativa

È stato pubblicato a marzo 2023 il rapporto della Fondazione “L’Albero della Vita” dedicato alla povertà educativa. La ricerca è stata svolta sotto la supervisione scientifica del Dipartimento di Scienze psicologiche, pedagogiche dell’esercizio fisico e della formazione dell’Università degli Studi di Palermo. La Fondazione Albero della Vita ha l’obiettivo di proteggere la vita dei bambini in difficoltà e delle loro famiglie. Ha iniziato a operare in Italia per l’accoglienza dei minori allontanati dalle famiglie di origine a causa di situazioni di abbandono, incuria, abusi o maltrattamenti, gestendo comunità di accoglienza e l’affido familiare.

La ricerca è stata svolta nelle città di Milano, Genova, Perugia, Napoli, Catanzaro e Palermo. Sei città accomunate dalla presenza di periferie in cui le famiglie con minori vivono quotidianamente, disagio, difficoltà economiche, sociali e familiari che negli ultimi anni si sono appesantite tra pandemia, post pandemia, crisi economiche ed energetiche. Dal rapporto si legge che le difficoltà per queste famiglie non sono solo di tipo economico, pagare le bollette e l’affitto o acquistare beni di prima necessità, la difficoltà maggiore è la povertà educativa. In queste famiglie vivono bambini privi di ogni tipo di input culturale come cinema, teatro, libri o mostre. Senza questi stimoli, la scuola da sola non può fare molto. La ricerca è stata condotta tra agosto e settembre 2022 e ha interessato un campione di 454 persone, di cui 227 adulti e 227 minori. 

Dalla ricerca emerge che la maggior parte delle madri (il 44%) e la maggior parte dei padri (il 47) hanno un titolo di studio di scuola media inferiore. Il ’76% delle madri è senza lavoro e i padri fanno spesso attività saltuarie e precarie. Il 68% del campione non riesce sempre a garantire tre pasti al giorno e il 58% non riesce a mangiare frutta e verdura fresche ogni giorno. Pochissimi asili nido, madri che non lavorano e spesso i figli tra i 14 e 18 anni non vanno alla scuola superiore. Il 63% di queste famiglie non ha alcun tipo di aiuto soprattutto perché non sanno di averne diritto, tra chi riceve aiuti il 34% riceve l’assegno unico mentre il 31% riceve il reddito di cittadinanza. La stragrande maggioranza non ha a casa libri, non ha mai visto un cinema o un teatro. 

Da altre ricerche si vede che la povertà non interessa solo i bambini ma tutti gli adulti. In Italia (secondo fonti ISTAT) 8 milioni di persone non hanno titoli di studio o hanno solo la licenza elementare e 16 milioni hanno solo la licenza media. 

La povertà educativa taglia il paese da sud a nord e se questo paese invecchia e si chiude in visioni restrittive, conservatrici, patriarcali, violente e reazionarie dipende anche da questo. La cultura sociale si crea nelle comunità tra le generazioni, con la scuola al centro, e con il coinvolgimento attivo e continuo di tutti gli attori istituzionali, sociali, culturali ed economici che dovrebbero assumersi la responsabilità di rimuovere gli ostacoli che alimentano la povertà educativa. Solo grazie alla cultura e all’istruzione è possibile attivare risorse per immaginarsi al di fuori della condizione di povertà in cui grandi sacche della popolazione ancora vivono.

Assunta Viteritti

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