Intelligenza artificiale: opportunità e pericoli

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Negli ultimi tempi si fa un gran parlare di intelligenza artificiale, sottolineandone, giustamente, le straordinarie opportunità per l’uomo, sia sul piano medico, che su quello più in generale scientifico e tecnologico. Un sistema in grado di “pensare” e interagire e tutt’altra cosa rispetto agli odierni sistemi, comunque gestiti dall’uomo. 

Sui vantaggi esistono, ripetiamo, pochi dubbi. Preferiamo, in questa sede, concentrarci sui pericoli e sulla necessità di norme in grado di regolamentare e gestire questo nuovo  sistema. E’ di questi giorni la notizia di una serie di siti di informazione, circa 49 e appartenenti a Paesi con lingue e culture diverse, gestite non dall’uomo e chi occuperebbero di politica, salute, etc. Si è scoperto che, in non pochi casi, le notizie diffuse erano fake o comunque inventate. Anche da noi alcune piattaforme sono state temporaneamente sospese perché i meccanismi di ragionamento dell’intelligenza artificiale si sono rivelate “vulnerabili” da menti umane perfide. Un esempio di come la mente non sempre benevola dell’uomo possa indirizzare verso azioni criminose questi sistemi gestiti da intelligenza artificiale è quello riportato sul sito online “sanità 33” del 05 maggio 2023: “…non si può chiedere a una piattaforma come uccidere un gatto ma le si può chiedere con non fermargli la vita e subito dopo come fare l’opposto”. In pratica, si sostiene nell’articolo citato, le piattaforme informatiche non hanno una “morale”, eppure stanno sostituendo giornalisti e quarto potere. Proviamo a pensare cosa succederebbe se le notizie e la loro diffusione cadessero in mano a un robot o a chi li programma e all’uso distorto di notizie che ne potrebbe derivare. Per questi motivi il parlamento europeo sta esaminando un testo che tenterà di regolamentare un settore nuovo, affascinante, ma anche non privo di insidie. Urgono regole ferree e norme precise per evitare, domani, di ritrovarsi a gestire un mostro, magari divenuto troppo grande per le nostre esili difese. In buona sostanza, il problema non è l’intelligenza artificiale ma gli eventuali e probabili usi distorti che ne verrebbero fatti e che potrebbero rivelarsi pericolosi per la nostra sicurezza e la nostra privacy.

La nostra è tutto fuor che una posizione oscurantista. Ben venga l’intelligenza artificiale, a condizione che il presupposto di fondo sia quello di migliorare la vita dell’uomo piuttosto che quello di concepire un sistema  alternativo alla mente umana, col rischio che ne diventi antagonista.

Massimo Conocchia

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