Un toponimo e tante domande. Si attendono risposte

Un toponimo presente nel territorio di Acri è stato ed è tenuto in scarsa considerazione da studiosi ed archeologi nostrani e non.

Nel Là Mucone vi è la località Milano.

Alcuni studiosi dicono che il celebre canto popolare non faccia riferimento a questa località. Su quali basi? Sull’infallibile certezza, propria di quanti, bontà loro, nascono con certezze inoppugnabili su tutto e tutti. Il canto? Eccolo:

Àcula, chi si’ nata intra Milanu,

si nat’apposta, ppe’ mi dari pena;

tu tieni ‘na dinestr’ a tramuntàna,

ch’astàti e viernu l’acqua frisca teni

e chi ni vivi, s’è malatu, sana

ed alli muti la paròla veni.

Si traduce per quanti hanno difficoltà a comprendere il dialetto: Aquila, che sei nata in Milano, / sei nata apposta, per darmi pena; / ti sei fatta una finestra a tramontana [il riferiento è al seno], / che d’estate e d’inverno mantiene fresca l’acqua / e chi ne beve, se è ammalato, guarisce / e ai muti dà il dono della parola.

Al di là delle argomentazioni e delle certezze dei suddetti, interessa il discorso relativo all’assunto d’apertura.

 Gli abitanti del luogo dicono che a Milano, per tradizione, vi fosse stata una città. Qualcuno dice di una piazza e altri luoghi propri di un centro abitato. Vi sono, comunque, a loro dire, dei resti.

Va precisato e ripetuto che nessuno ha inteso farvi sopraluoghi e ricerche, sia pure sommarie, per verificare se la tradizione fosse vera e se fosse di un qualche interesse sotto l’aspetto storico-archeologico.

Con queste note si vuol far riflettere chi ne avesse interesse e soprattutto voglia di verificare, indagare studiare.

Visse, a quanto sembra, su queste nostre terre un popolo, sul quale si discute e dibatte non poco: gli Enotri.

Va tenuto presente che il lessicografo Antioco ne scrive e se ne occupò, riferendo su la tradizione che ai suoi tempi si chiamava Italia la terra degli Enotri. Di essa doveva far parte, anche, l’insediamento umano che, successivamente, non sappiamo quando, fu detta Acri.

Precisa, non solo che questa terra, era stata occupata dagli Enotri, ma vi innesta la leggenda di Italo loro re.

Cosa c’entra tutto questo con la zona Milano?

Ecateo, che scrive degli Enotri e di città appartenute alla detta civiltà, nei frammenti a noi pervenuti, cita varie città, alcune delle quali non lontano da Acri, come Arintha (Rende – frammento 39), Ninea (fr. 38), Cossa (Cassano fr. 39).

Quello che ci interessa è contenuto nel frammento 37. In esso si legge di Malanio, città degli Enotri.

Si tratta solo di un’assonanza col toponimo acritano? Il riferimento è a quel toponimo odierno: Milano? Il dubbio potrebbe risolversi con opportune e scientifiche indagini sul territorio. Se ne avrà interesse e voglia?

Sembra che sul luogo si sia recato l’archeologo Maiuri, in una delle sue visite ad Acri. Perché? Cosa cercava? La ricerca aveva attinenza con quanto riportato?

Capiamo che se la corrispondenza fra la citazione, il toponimo e la verifica sul luogo citato dovesse dare esito positivo non pochi studiosi e archeologi dovrebbero rivedere le loro certezze su questi luoghi ritenuti, bontà loro, di scarsa importanza, senza produrre dati di fatto. Le loro teorie verrebbero sconfessate e la cosa, a loro, piacerebbe poco!

Che dire?

Ai lettori e a chi avesse voglia di riflettere su queste argomentazioni ogni giudizio.

Giuseppe Abbruzzo

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