Accampati

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Hanno iniziati da Milano al principio di maggio e ora si trovano nei giardini dei maggiori atenei. Al centro è il diritto allo studio e il diritto di abitare nelle città dove si studia. 

Un paese che non è per giovani si dimentica di quelli che non provenendo da famiglie benestanti (molti) chiedono il diritto di vivere degnamente nelle città dove hanno deciso di proseguire gli studi universitari. Li vediamo accampati per protestare contro le cifre d’affitto esorbitanti, inaccessibili. Roma, Milano, Bologna, Firenze, una stanza doppia non meno di 500 euro, 1200 euro per monolocali di pochissimi metri quadri. 

Ha iniziato Ilaria Lamera, 23 anni, al Politecnico di Milano, ha scelto una tenda, ha scelto la sua vita per testimoniare di esistenze che cercano visibilità e che spesso vivono in augusti posti a prezzi proibitivi. Moltissimi di questi studenti universitari che mettono i loro corpi in questa creativa protesta, vengono dal sud, da famiglie che si indebitano per far studiare i figli e le figlie. 

Questi giovani (aspiranti ingegneri, avvocati, scienziati, filosofi, sociologi, architetti) hanno deciso di usare una pratica che rimanda a vite avventurose, a vacanze giovanili e spensierate, una tenda, che diventa qui una manifestazione del senso di precarietà e di vulnerabilità in cui spesso si sentono intrappolati i giovani universitari che faticano a vivere vite dignitose in case in affitto sporche, mal arredate e costose. 

Il problema del caro affitti non è nuovo ma la pandemia ha peggiorato la situazione. Invece di affittare agli studenti nelle grandi città si preferisce optare per l’affitto ai turisti, vince Airbnb, il portale online statunitense che mette in contatto persone in cerca di un alloggio o di una camera per brevi periodi. 

Le tende sono comparse anche di fronte al ministero dell’Università e della Ricerca. La neoministra, Anna Maria Bernini annuncia sui media di aver chiesto al Demanio alle Regioni e ai Comuni di mettere a disposizione degli studentati gli immobili dismessi, vedremo. 

Ci sono proposte da parte degli studenti: incremento del fondo a sostegno dei fuorisede; blocco dei rincari degli affitti mettendo un tetto all’aumento del canone; monitoraggio delle locazioni da parte dell’Agenzia delle entrate per avere un quadro della situazione; creazione di una commissione permanente all’interno del ministero che si occupi della questione abitativa. 

Una tenda dovrebbe stare davanti al mare, in un bosco, davanti a un lago, una pratica di benessere di giovani vite che cercano il contatto con la natura. Le vediamo invece allestite sull’asfalto come testimonianza della richiesta di visibilità e di equità sociale. Stiamo dalla loro parte. La parte giusta.

Assunta Viteritti

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