Ulteriori considerazioni sulla frana della Caccia
Ringraziamo il dott. Mastrillo per i chiarimenti sulla frana che ha interessato il versante del bosco Caccia, da questi emergono chiaramente i nostri diversi punti di vista e quindi il diverso modo di intendere gli interventi in materia.
Sarà la diversa formazione culturale tra un agronomo ed un geologo, sarà la nostra maggiore sensibilità per gli aspetti ambientali e naturalistici nonché per l’economia di un ente pubblico, ma restiamo fermamente convinti che l’intervento di “riprofilatura del versante”, come lo definisce il dott. Mastrillo, sia eccessivo, estremamente costoso, rischioso e tale da prefigurare un vero e proprio scempio ambientale.
Possiamo anche capire (ma non condividere) che gli aspetti paesaggistici vengano posti in secondo piano (La Caccia non sarà più la stessa), ma quelli economici invece dovrebbero avere importanza per gli amministratori comunali.
La colata di fango della Caccia avrebbe avuto bisogno di un approccio più di ingegneria naturalistica ed idraulica che non di ingegneria civile, il versante andava alterato il meno possibile, l’intervento di messa in sicurezza per riaprire la strada avrebbe dovuto essere più leggero e meno invasivo (se a tutte le colate di fango verificatesi sulle strade di Acri si facesse seguire un tale intervento avremmo decine di cantieri e spese inconcepibili).
Una volta messa in ragionevole sicurezza la strada sottostante si sarebbe potuto, con calma e tempo a disposizione, pensare alla sistemazione definitiva, per esempio coinvolgendo Calabria Verde, che ha già effettuato numerosi interventi di ingegneria naturalistica e che ha quindi personale e conoscenze utili a risolvere questo genere di problemi; tra l’altro con notevole risparmio da parte del comune.
Ovviamente i nostri sono punti di vista, starebbe agli amministratori comunali saper discernere ciò che è meglio per la comunità.
Flavio Sposato