Il tesoro di Misc-chinella

Nella Sila Greca, precisamente nel luogo dove sorgeva “Villa Romolo”, si devia dall’attuale statale 660, per raggiungere il casino Falcone.

Prima dell’ultima guerra vi si era insediato il comando dell’VIII armata tedesca.

Il luogo, all’epoca era isolato. I tedeschi, sempre in Sila, avevano costruito, occultandolo per bene, un piccolo aeroporto. Non sappiamo, né vogliamo indagare il perché di quegli insediamenti, ma interessa tutto per comprendere la nostra storia.

All’epoca indagare su quelle postazioni sarebbe stato come decretare la propria condanna a morte o, nella migliore delle ipotesi, finire in uno dei lager tedeschi.

Tutto, perciò, era avvolto nel mistero!

Venne l’8 settembre. Il giorno 3 precedente gli Alleati erano sbarcati in Calabria. I tedeschi, per evitare di essere tagliati fuori, per la ritirata, in tutta fretta cercarono di raggiungere le coste dello Jonio, verso Schiavonea, dove pensavano a un probabile sbarco delle truppe nemiche.

La colonna, arrivata, poco sotto il casello dell’ANAS, in contrada S. Vito, vi è il Bisio per S. Giacomo-Corigliano. Va precisato che allora non esisteva l’attuale strada. Quel luogo è detto, comunemente Carrarmato. Là un carrarmato tedesco andò in panne. Per evitare di farlo cadere in mano nemica lo diedero alle fiamme. I rottami rimasero là per tempo e i numerosi fabbri acritano, ne prelevarono parte, per i loro manufatti.

Mi si raccontò che le staffette tedesche avevano sistemato le frecce indicanti il cammino da percorrere. Al bivio per S. Demetrio, la freccia indicava la direzione verso S. Giacomo, ma fu spostata, non si sa da chi, verso S. Demetrio. I tedeschi, mi si disse, avevano fretta e non tornarono indietro per fare rappresaglie.

Ci fermiamo qui, perché questo introduce il nostro racconto. Nel dopoguerra tanti di quei soldati, che erano stati colpiti dalle bellezze della Sila, ritornarono da turisti.

Un giorno degli anni 1950, in località Misc-chinèlla, dove vi è una collina con grossi massi, alcuni di questi si trovarono smossi. Si suppose e congetturò che erano stati dei tedeschi, che cercavano sotto quei massi la refurtiva di guerra nascosta.

Quali tesori e di che entità custodivano quei massi? Vi fu chi andò sul posto a fare un sopraluogo, cercando qualcosa di prezioso che vi fosse rimasto.

È da immaginare cosa si disse e non disse e le fantasie più diverse su quei “dannati tedeschi”, che avevano rubato ed esportato chissà quali ingenti ricchezze!

Dopo anni, mi trovavo a chiacchierare con amici e non so perché, né come il discorso cadde sui tesori. Sui sogni premonitori; sui modi di impossessarsene, insomma su tutto quanto aveva prodotto e produceva la fantasia popolare. Fra l’altro si parlò del tesoro di Misc-chinella, dei grossi massi smossi e di tutto il resto.

Uno dei presenti, sorridendo, svelò che lui aveva sempre sognato tesori e il modo di impossessarsene, ma tutto era sempre andato a vuoto. Riguardo al tesoro suddetto, fece un sorrisetto e disse: – Quali tedeschi!… Il tesoro l’ho cercato io -. Raccontò di aver sognato che sotto uno di quei massi c’era un tesoro: – … un vecchio, che me lo indicava in sogno, disse che sotto una di quelle pietre, senza dire quale, c’era il tesoro… Non potevo andare di giorno a prendere, finalmente, un tesoro, vi andai prima dell’alba… allora per la via vicina non passava nessuno… a volte qualche contadino col suo asino… con un grosso legno ribaltai quei massi… Una faticata che non vi dico … Avrete visto i massi smossi… Una faticata!… Ma non c’era niente sotto… Altro che tedeschi! Sono stato io, ma, ancora una volta, il mio tesoro non l’ho trovato…-.

Restammo un po’ delusi. Si era certi che, come diceva la gente, erano stati i tedeschi a cercare la refurtiva che avevano nascosta.

Tanti continuarono a crederlo e a raccontarne, fantasticando, ma pochi seppero la verità: l’inutile ricerca d’un tesoro, da parte di quel nostro amico.

Giuseppe Abbruzzo

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