Vertenza Simet, l’incontro in Regione non ha prodotto nulla

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In data 06 marzo u.s., presso l’assessorato regionale ai Trasporti, ha avuto luogo un incontro in relazione ai licenziamenti disposti dalla Simet nell’ambito di una procedura collettiva che ha riguardato circa 40 lavoratori.

L’incontro, radicato alle pregresse audizioni presso la III e la IV Commissione consiliare regionale, ha partorito l’epilogo di una discussione che sostanzialmente non ha portato a nulla.

Eravamo ben consci, sin dall’inizio, che i margini di manovra per l’ente regionale fossero limitati, se non inesistenti, ma, alla luce delle dichiarazioni raccolte nell’ambito dell’audizione presso la sede del consiglio regionale, ben oltre un anno fa, ci era parso di capire che la politica s’era fatta carico di ricercare soluzioni al problema. Dette soluzioni dovevano tradursi se non in una ricollocazione lavorativa, quantomeno nell’attivazione di politiche di welfare che, ancora oggi, attendiamo però di comprendere quali potevano/possano essere.

L’assessore in carica, Staine, del quale abbiamo potuto apprezzare esclusivamente la chiarezza espositiva, ha sostanzialmente detto che non ci sono soluzioni praticabili che passino dalla Regione Calabria.

Nulla di concreto, quindi, al netto di impegni più o meno cogenti che lo stesso assessore ha ventilato in ordine alla verifica della fattibilità di introdurre nelle procedure di Ferrovie della Calabria (società in house) criteri selettivi che siano in qualche misura premiali per tutti i lavoratori che, come gli ex Simet, siano professionisti del settore.

Questa vicenda è la prova dell’inesistenza, in Calabria, di politiche attive per il lavoro e, soprattutto, di ammortizzatori sociali che mirino al sostegno e alla promozione di iniziative dirette alla ricollocazione di chi ha la sfortuna di perdere un posto di lavoro. E dimostra quanto la politica sia spesso fatta di sole chiacchiere.

Quanto alla Simet, possiamo solo affermare che è giunto il momento che la stessa si astenga dal portare al tavolo di enti ed istituzioni istanze che sono chiaramente scollegate dal problema che il sindacato sta tentando in ogni modo di risolvere, ossia la ricollocazione lavorativa dei licenziati e non già la sollecitazione, a più riprese realizzata dalla Società corirossanese, dell’affidamento dei servizi TPL tramite gara europea.

Il vivere alla giornata che caratterizza da decenni il settore del TPL in Calabria è certamente un fatto squalificante per tutti quei politici che si sono succeduti alla guida della Regione negli ultimi trent’anni ed oltre, ma nulla ha a che vedere con il grido di dolore di quasi quaranta famiglie sollevatosi all’indomani dei licenziamenti disposti da Simet, alla quale chiediamo senza mezzi termini di astenersi dal partecipare ad eventuali futuri tavoli sull’argomento.

Ai lavoratori ai quali la politica ha atteso oltre un anno per dire che nulla si può fare, generando aspettative poi disattese, rivolgiamo l’esortazione a non mollare, così come invitiamo a non abbassare la testa quanti altri rischiano di fuoriuscire dal mondo del lavoro per mano di aziende attente al profitto e a null’altro.

Faisa-Cisal Cosenza

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