Primarie Pd, la sconfitta dell’opzione riformista deve far riflettere
Tra i dati delle primarie che più fanno riflettere in Calabria c’è il dato di San Demetrio Corone dove il risultato premia l’opzione massimalista identitaria e perde, seppur di misura, l’opzione riformista.
San Demetrio ha una lunga tradizione riformista non solo nell’epoca repubblicana, ma anche nel passato.
È stato una culla della cultura e ha saputo sempre abbracciare le avanguardie più moderne, non fu un caso, infatti, se il suo storico liceo-ginnasio fu fucina risorgimentale e intellettuale per almeno due
secoli.
Le vicende locali, unite al vento populista che ha attraversato il Paese, questa volta, sembrano aver avuto il loro riflesso anche a San Demetrio dove, la scelta principale alle primarie, è stata la non partecipazione
rispetto alla mobilitazione notevole delle primarie del passato.
A questo punto, dovremmo chiederci se la sconfitta dei riformisti, a San Demetrio, vada oltre la vittoria chiara e indubitabile in tutta Italia di Elly Schleyn e se, come a San Demetrio, nel Paese vi sia stata una
rinuncia a partecipare di quelle aree riformiste e moderate che pretendono
pragmatismo e non semplici slogan impossibili da realizzare quando si
governa.
Da qui un appello alla grande tradizione riformista paesana e a tutti i riformisti sull’Aventino, affinché allarghino questa piccola riflessione e questo piccolo grido d’allarme per riallacciare i fili tra la comunità riformista sandemetrese che ha rappresentato un’avanguardia per tutto il
territorio locale e in tempi più recenti una scuola politica per tutta la Calabria (nonché per il sottoscritto) di cui il Partito Democratico non può fare a meno per tornare ad essere determinante in un territorio che ha bisogno della lungimiranza dei riformisti come l’aria per respirare.
Francesco Meringolo
Componente Assemblea Regionale PD