Al disagio, si aggiunge disagio

La ormai cronica mancanza di personale nelle strutture sanitarie e sociosanitarie del nostro territorio arreca difficoltà e disagio all’intera comunità, ma, per una parte di questa, gruppi vulnerabili e soggetti svantaggiati, il disagio è ancora più grande al punto che sono spesso costretti a rinunciare a indagini diagnostiche e ad eventuali cure. 

Questa parte di comunità, causa la loro condizione: povertà, disabilità, parziale autosufficienza o non autosufficienza, età avanzata con problemi correlati si vede negato il diritto alla salute e spesso alle cureda chi di competenza, violando cosi quel sistema di leggi e norme che li tutela, ma, vista la situazione, che dovrebbe tutelarli.

Pagare un ticket o avere un timbro su una ricetta per chi esente, fare delle analisi, una radiografia, una visita specialistica, accedere alle prestazione di riabilitazione, per chi si prende cura di queste persone significa spesso rivolgersi a parenti che li sostituiscono nella loro azione di cura o usufruire di giorni di permessi per chi lavora.

Alle persone con disabilità in età adulta non viene garantita la riabilitazione fisica, la logopedia quando necessità, una visita specialistica neuropsichiatrica e, quando ciò può essere possibile, bisogna recarsi a chilometri di distanza e sovente a proprie spese in strutture private.

La conseguenza, per le persone con disabilità in età adulta, è un lento e inarrestabile processo di perdita di autonomia personale e sociale che si accompagna, inevitabilmente, ad un lento e interminabile processo di emarginazione, ad un irrefrenabile percorso di esclusione sociale dalla vita comunitaria.    

Non va meglio alle persone con disabilità in età evolutiva, la cui mancanza di personale, come sopra affermato, si traduce, in particolare,in mancanza di prestazioni sociosanitarie, in cicli terapeutici ridotti e discontinui che incidono pesantemente sull’efficacia dei risultati terapeutici e riabilitativi. Diventati adulti, poi, la situazione che si troveranno davanti è quella sopra descritta.       

Pertanto, l’invito, sperando che non cada nel vuoto, al Direttore Sanitario, al Direttore del Distretto Sociosanitario, al Sindaco, all’Assessore con Delega alla Sanità, alla Commissione Comunale Interconsiliare alle Politiche Sociali e Sanitarie e a quanti possono dare un apporto, un contributo, ognuno per le proprie competenze, facendosi carico della problematica, al fine di mitigare le difficoltà ed eliminare il disagio.

Associazione Raggio di Sole

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