Una morte assurda in cerca di risposte, una città sotto shock
In attesa che gli inquirenti facciano piena luce sulla dinamica dell’incidente, la morte di Angelo Viteritti ha avuto sulla comunità acrese l’effetto dapprima narcotizzante per l’incredulità, poi di un dolore acuto e penetrante. Una famiglia distrutta durante la festa più allegra per antonomasia.
Angelo viveva con i genitori e il fratello a Pietramorella, località nota alle cronache anche per le battaglie sui diritti derivanti dagli usi civici, nella popolosa frazione di San Giacomo, a circa dodici chilometri dal centro cittadino.
Qui nel tempo è nata e si è consolidata la tradizione dei carri allegorici carnascialeschi, è un’annuale lotta a migliorarsi a e superare gli altri.
Quest’anno Angelo e il suo gruppo avevano puntato su Pinocchio. E’ su quel carro che in una serata maledetta troverà la morte, a soli 17 anni. Troppo ancora da vivere, troppo poco il tempo vissuto.
E’ l’imperscrutabile destino che beffardamente si accanisce, trasformando una passione e una festa in un’immane tragedia. Troppe le domande in cerca di risposte.
Lacrime e dolore, tanto, anche tra i suoi compagni di classe. Angelo frequentava il quarto anno dell’indirizzo Meccanico all’Ipsia-Iti di Acri. Sentimenti che hanno inevitabilmente trovato una valvola di sfogo sui social, trasformati in un enorme epitaffio.
Chi lo conosceva lo descrive come un ragazzo allegro, socievole e pronto a farsi in quattro per chi avesse bisogno di aiuto, ma in tanti preferiscono non parlare.
Questo il messaggio apparso sulla pagina face book dell’Ipsia-Iti: La nostra comunità scolastica perde un giovane alunno nel corso dei festeggiamenti del Carnevale. La Dirigente Franca Tortorella, i docenti, il personale ATA e gli alunni si uniscono al dolore della famiglia”.
Questo invece il post del sindaco della città, Pino Capalbo: “Con profondo dolore e incredulità per la notizia della scomparsa del giovane Angelo, porgo le più sentite condoglianze ai familiari e ai parenti più cari”.
Alla famiglia giunga il nostro più sentito cordoglio.
Piero Cirino