Il valore della memoria
La memoria rappresenta una delle attività umane di più intensovalore e consistenza spirituale.
È il legame con il passato di cui si ne elabora l’intima valenza ed essenza, lo strumento che offre al presente la conoscenza per guardare al futuro con la consapevolezza della nostra esistenza e degli scopi che vogliamo raggiungere.
Svolge in questo una funzione catartica, perché permette di liberarci da ciò che ha appesantito nel tempo i nostri sentimenti e valori, a volte deformandoli in maniera consapevole e no, restituendoci quanto di buono ha caratterizzato il nostro agire.
Tutti dovremmo esercitare la dimensione della memoria. È salutare.
Esiste un giorno in cui questo esercizio di memoria accumuna tutti.
Questo è il 27 gennaio, data che l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha fissato come giornata per commemorare le vittime dell’Olocausto.
Il 27 gennaio del 1945, le truppe dell’Armata Rossa, impegnate nel conflitto contro la Germania nazista, liberarono il campo di concentramento di Auschwitz.
Il mondo scoprì visivamente l’orrore della Shoah, perché sino ad allora troppi colpevoli silenzi avevano trascurato quello che era diventato l’inferno sulla terra.
L’uomo, con lo sterminio scientifico e sistematico degli ebrei da parte dei nazisti, aveva toccato il fondo, allontanandosi da ogni principio morale e giuridico legittimante la sua stessa esistenza.
Ricordare quell’inferno, osservare le immagini di morte e sofferenza delle vittime, ascoltare i loro ricordi, rappresenta per noi fortunati un imperativo categorico.
Abbiamo tutti l’obbligo di esercitare la memoria storica sulla tragedia dell’Olocausto, non solo per onorare e commemorare, com’è giusto che sia, quelle tormentate vittime inermi che hanno visto privarsi della vita in modo atroce e disumano, ma anche per garantirci quelle solide ed intangibili basi valoriali, da trasmettere alla future generazioni, per un mondo più giusto ed equo.
Non dimenticare, significa fissare nell’umanità un’idea, che dovrà essere quella giusta, generando cultura, conoscenza edalimentando riflessione.
L’idea è quella che l’uomo può originare odio, orrore ed atrocità, ma allo stesso tempo ha la forza, se davvero ci crede e lo vuole, di emanciparsi da quella capacità costruendo una realtà di vera tolleranza, amicizia, ascolto, rispetto dei diritti altrui, che sono anche i nostri, in una logica di naturale e reciproca legittimazione.
Oggi l’orrore della Shoah, quel particolare orrore, di quel periodo, rappresenta sì il passato, ma se commettiamo lo sbaglio di archiviarlo pensando che non potrà mai tornare, rischiamo che questo invece ritorni. Possiamo essere certi che tornerà.
I conflitti moderni, vicini e lontani, stanno mietendo migliaia di vittime, producendo masse di rifugiati e di migranti, a volte in un silenzio ed un’indifferenza disarmante, perché distanti da noi e dal nostro benessere che, a ben guardare, è effimero e transitorio.
Quello in Ucraina rischia di espandersi a livello mondiale con la minaccia atomica.
La storia sembra non aver insegnato nulla e tutto cade nell’oblio della conoscenza.
Il nemico principale della cultura, che si forma sulla storia degli accadimenti, è la facilità con cui può essere dimenticata, messa da parte. E l’assenza di cultura genera violenza.
Non abbandoniamo mai il valore della memoria, perché è la chiave di ingresso per un futuro migliore.
Angelo Montalto