Acri nel 1700. Una scoperta e conseguente conferma
Non ci stanchiamo mai di ripetere che la Storia non si fa col copia-incolla e non si “esaurisce” nel libro di testo delle varie scuole, ma ricercando.
Un ennesimo esempio di microstoria, che dà la possibilità di scrivere la parola fine a domande finora rimaste senza risposta, ci viene dalle Memorie storiche di Acri di Raffaele Capalbo.
Come sanno coloro i quali hanno avuto tra le mani quel volume, i disegni recano la firma dell’esecutore, Giulio Capalbo, mio zio materno. Egli, abilissimo nel riprodurre graficamente ogni cosa, coadiuvò il suddetto autore nel rilevare le immagini inserite nel testo citato e altre rimaste inedite.
Prima della pagina 37 si riporta una stampa di Acri con la seguente didascalia: “Acri al principio del 1700 (da una stampa dell’epoca) Giulio Capalbo dis.”. Nient’altro.
Dall’anno della pubblicazione (1929. Il volume citato è stato pubblicato postumo, a cura di Gennaro Capalbo) ognuno si è posto gli interrogativi: – Dove si trova la stampa?; È stata estrapolata da qualche testo? Quale?; È una stampa di qualche artista capitato ad Acri? Ecc. ecc. -. Nessuno ha saputo dare una qualche risposta.
Si sa: se le risposte si vogliono trovare col copia-incolla, tanto insegnato nelle nostre scuole, non si viene a capo di nulla.
C’è chi segue il metodo più giusto, più serio, più scientifico: quello della ricerca.
I suoi frutti non sono immediati, ma richiedono un lavorio inimmaginabile ai più.
Un dubbio l’avevo avvertito, venendo in possesso, vari anni fa, per un regalo di un amico, di una delle edizioni originali dell’opera di Costantino Gatta, che era stato sollecitato, dal Principe Sanseverino, a porre in “Appendice” una breve monografia su Acri. La “stampa”, però, mancava. Altre edizioni, da me consultate, non recavano l’Appendice, né, ovviamente, la stampa.
Il dubbio restava, ma vi sono persone, che la soluzione degli interrogativi storici la trovano ricercando.
Il dott. Ascanio Salvidio, della cui amicizia mi onoro e che ha il pallino della ricerca, col quale quest’estate, fra le altre cose avevamo chiacchierato su quella stampa, mi ha dato una notizia risolutiva. La stampa in questione, l’ha rintracciata nell’opera di Costantino Gatta, che si trova nella Biblioteca del Senato.
La stampa è proprio quella. Scambio di notizie e osservazioni. Consulto nuovamente quel mio testo. Giungiamo alla conclusione che è lo stesso di quello rintracciato da Salvidio. Guardo attentamente e trovo che la stampa, interpolata tra alcune pagine era stata strappata, danneggiando, marginalmente quelle vicine.
Il mistero è risolto!
Cosa ha d’importante la scoperta?
La stampa è del 1700. L’opera in mio possesso: Memorie topografiche-storiche della Provincia di Lucania ecc., fu pubblicata dal Gatta, in Napoli, presso Gennaro Muzio, nel 1732. La stampa doveva trovarsi fra le pagine 256-257, dove si riporta della città di Bisignano, feudo del Principe Sanseverino.
Ora non c’è che da “leggere” quel disegno e rilevarne le notizie certe, utili a chi volesse sapere come si presentava Acri nell’anno suddetto.
Un Grazie al dott. Emanuele Salvidio e ci auguriamo che egli possa aiutarci a rendere certa la storia di Acri, con scoperte inconfutabili.
In conclusione di queste brevi note ci poniamo un interrogativo: – Chi ha fatto quel rilievo? In parole povere, chi l’autore? -. Sarebbe interessante saperlo.
Invitiamo chi avesse voglia di ricercare, a rimboccarsi le maniche, si fa per dire, per ricostruire la storia certa, ma, in gran parte oscura, di questa cittadina, che tiene in riserbo non pochi misteri.
Giuseppe Abbruzzo
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