Regalo di Natale

L’Istat fornisce ogni anno dati sul sistema educativo italiano, su molti aspetti. I numeri non parlano da soli, ma è utile conoscerli per farsi delle idee.

I posti disponibili nei servizi per la prima infanzia pubblici e privati sul territorio italiano coprono solo il 27,2% dei bambini fino a 2 anni compiuti. Il divario tra Centro-Nord e Mezzogiorno è ancora molto ampio, nel sud il valore è molto più basso.

La quota dei giovani dai 18 ai 24 anni che escono dal sistema di istruzione e formazione senza aver conseguito un diploma o una qualifica professionale è pari al 12,7% (517 mila giovani), per fortuna in riduzione rispetto all’anno precedente (nel 2021 era del 14,2%).

La quota di ragazze e ragazzi dell’ultimo anno della scuola secondaria di secondo grado che non hanno raggiunto un livello di competenza alfabetica sufficiente è stata del 48,5%, ancora molto distante dai risultati pre-pandemia (era il 35,7% nell’anno scolastico 2018/2019).

Le competenze in matematica sono ancora inadeguate e le differenze territoriali rimangono molto ampie.

La quota di popolazione dai 30 ai 34 anni che in Italia ha completato l’istruzione universitaria è pari solo al 26,8%, una quota più bassa va al Mezzogiorno (20,7%).

Solo il 9,9% degli individui tra i 25 e 64 anni hanno svolto almeno una attività formativa nelle ultime 4 settimane.

Solo il 40,8% della popolazione ha letto almeno un libro nel corso dell’anno, un valore stabile rispetto all’anno precedente. Il tasso di occupazione dei laureati tra i 30 e i 34 anni è dell’81% (è dell’87,9 % la percentuale media in Europa).

Gli alunni con disabilità in Italia sono 316mila, si tratta del 3,8% degli iscritti.

Circa il 34% delle famiglie italiane non ha computer o tablet in casa, solo nel 22% delle famiglie ogni componente ha a disposizione un pc o tablet. In Calabria la situazione è peggiore della media nazionale, circa la metà delle famiglie non possiede un pc. 

Ogni giorno in Italia risultano attive sul web circa 50 milioni di persone (l’84% della popolazione), al primo posto ci prevalentemente giovani, il 65,3% di quelli che si connettono di più ha un’età compresa tra 18 e 24.

Si tratta di numeri che mostrano fenomeni eterogenei e non coerenti, un paese a tante velocità con il sud in coda. Mentre l’Italia comunque viaggia, anche se al di sotto della media dei paesi dell’Unione Europea, non si può dire la stessa cosa di altri luoghi dove le giovani generazioni lottano con la vita per le proprie libertà.  I talebani in Afganistan hanno chiuso le università alle ragazze, un paese che precipita nel baratro dell’annientamento della metà del suo popolo, quella femminile. In Iran un potere patriarcale, retrogrado e violento punisce anche con la morte le generazioni dei giovani che gridano “Donna, Vita, Libertà”.

In Italia il Ministro dell’Istruzione e del Merito con una circolare del 21 dicembre ribadisce fermamente il divieto dell’uso dei telefonini a scuola mentre in Germania e nei paesi del nord d’Europa la scuola punta a una didattica orientata alla media education per rispondere alle sfide della società digitale che costruisce le professioni e i saperi di domani (e anche di oggi).

A ogni generazione il proprio regalo di Natale!

Assunta Viteritti

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