Fra romantico e tragico, Chiara nasce in macchina
Alla fine sarà bello raccontarle di come è nata, ma quanta apprensione. Chiara è nata lo scorso lunedì mattina, in macchina.
Sarà il suo papà a vederla per primo, guidato al telefono dal ginecologo di sua moglie, il dottore Egidio Giorgio.
Sabato scorso, alla quarantunesima settimana, l’ennesimo tracciato, in ospedale, ad Acri. Il dottor Giorgio chiede alla coppia di recarsi subito all’ospedale di Cosenza. Qui, all’esito del nuovo esame, dicono alla signora che può tornarsene tranquillamente a casa, perché ancora la nascitura non ha voglia di uscire.
Lunedì mattina il tracciato non lascia dubbi: Chiara sta per nascere. Neanche il tempo di mettere in macchina il borsone che a casa si rompono le acque.
Raggiungere Cosenza rapidamente è la prima prova a cui la vita sottopone Chiara, ma non c’è tempo. Al bivio per Luzzi il papà ferma l’auto e, guidato dal telefono dal dottor Giorgio, fa nascere Chiara.
“Non so neanche come ho fatto a chiamare il ginecologo”, dirà poi il neo-papà, ma alla fine riesce a far nascere sua figlia. Il cordone ombelicale sarà tagliato solo in ambulanza, intanto Chiara aveva fatto la sua prima poppata.
Come tutte quelle a lieto fine, la storia è bella e Chiara magari un giorno la racconterà con un certo orgoglio, ma racconta anche, ed è un paradosso, di una sanità che non funziona, accanto a quella che funziona. Le perplessità non mancano.
Intanto, ad Acri non si nasce, per decreto. Il punto nascita del “Beato Angelo” era un fiore all’occhiello dei servizi sanitari locali. E’ stato soppresso nel 2011. Non raggiungeva le 500 nascite stabilite da una burocrazia miope, a cui non interessava nulla della particolare situazione orografica del territorio e di un sistema di comunicazioni preistorico.
Poi, perché tanta diversità di vedute tra i sanitari di Acri e quelli di Cosenza? Eppure, come i fatti si incaricheranno di dimostrare, Chiara era lì lì per nascere. Il dottor Giorgio, che a queste latitudini tutti conoscono e a cui si affidano per indiscussa competenza e professionalità, era certo che la bimba stesse per nascere. A Cosenza la pensavano diversamente. Purtroppo Acri non può prescindere da quello che dicono a Cosenza, ma Chiara ha salomonicamente deciso di nascere a metà strada. Sarebbe bello se sulla sua carta d’identità si scrivesse Luzzi, ma la burocrazia non lo permette. Il cordone è stato reciso prima del bivio per l’ingresso in autostrada, ma non è nemmeno Montalto. Per i documenti ufficiali, nonostante tutto, lei è nata a Cosenza.
Piero Cirino