Un giudizio sulla sanità calabrese
In termini di verifica della gestione amministrativa, il Giudizio di parificazione della Corte dei Conti, rappresenta lo strumento che più di tutti, o in misura maggiore, restituisce lo stato dell’arte di una Regione.
Il Giudizio, nel corso di un’evoluzione costituzionalmente orientata dell’istituto del bilancio, inteso come bene pubblico, è diventato il mezzo con il quale ai cittadini è garantito e consentito di poter conoscere, in forma chiara e trasparente, quali siano le scelte degli organi di governo e che ricadute queste abbiano sul piano finanziario e socio-economico.
Analizzando il Giudizio della Corte dei Conti, Sezione Regionale di Controllo per la Calabria, per l’esercizio finanziario del 2021, in materia di sanità, affiorano criticità che debbono far seriamente riflettere.
Un elemento su tutti.
La Giunta Regionale della Calabria non ha mai approvato, nel corso degli anni, il bilancio di esercizio consolidato del Sistema Sanitario Regionale.
Detto deficit si è tradotto, non solo in una diretta violazione, formale, dell’art. 32 del D.lgs. 118 del 2011, che obbliga le Regioni all’approvazione del bilancio, ma anche in una vicenda, questa di natura sostanziale, per la quale in Calabria, ad oggi, in assenza del documento contabile, non vi è stata la possibilità di verificare le modalità di impiego delle risorse ed i risultati conseguiti circa l’erogazione del servizio sanità.
Questa situazione ha generato un debito abnorme che, allo stato, non si è in grado di quantificare con precisione.
Nel Giudizio la Corte dei Conti ha fornito, tra gli altri, alcuni numeri, enucleati dal Conto Economico consolidato, IV trimestre 2021, allegato al rendiconto generale della Regione, l’unico documento disponibile, dati comunque in continua evoluzione e non passibili di attestazione di veridicità da parte di alcun organo che se ne assuma la responsabilità.
La spesa corrente sanitaria (€ 3.939.587.413,70) costituisce la componente principale di quella regionale (€ 4.954.832.616,90) con una incidenza pari al 79,51%.
Nell’ultimo monitoraggio dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) del maggio 2021, la Calabria si è collocata all’ultimo posto in Italia, avendo totalizzato un punteggio pari a 125 su un minimo di 160, in diminuzione rispetto all’anno precedente ove il punteggio ottenuto era stato di 162.
Nel complesso, nonostante la Calabria riceva ingenti risorse destinate alla salute dei cittadini, e sebbene i Calabresi in questi dodici anni abbiano continuato a finanziare copiosamente la sanità regionale con il versamento delle extra aliquote IRAP e IRPEF, i medesimi cittadini non godono di servizi sanitari adeguati.
Un risultato sconfortante, infine, è emerso dall’analisi sulla gestione dell’emergenza sanitaria.
La Regione ha incassato, negli anni 2020 e 2021, risorse finanziarie per oltre 251,911 milioni di euro.
Ad oggi, il 67% della somma (pari ad € 170,227 milioni di euro) non è stata ancora trasferita agli Enti sanitari. Lo stato degli interventi del piano operativo covid realizzati in Calabria, al 31 dicembre 2021, registra:
– n. 12 posti letto in Terapia Intensiva rispetto ai 134 programmati e finanziati, – n. 11 posti letto in Terapia sub Intensiva rispetto ai 136 programmati e finanziati; – n. 3 ambulanze rispetto alle 9 programmate e finanziate; – nessuna area movimentabile, rispetto alle finanziate; – nessun intervento di riorganizzazione e ristrutturazione dei PS, rispetto ai 18 programmati e finanziati; – nessuna rendicontazione da parte delle cinque aziende provinciali del SSR in merito alle azioni intraprese per l’implementazione dei servizi di Assistenza Domiciliare Integrata.
Se a questo quadro aggiungiamo che nel Conto Economico covid, risultano costi inseriti per € 311,785 milioni nel biennio, constatiamo che la pandemia, nonostante sia stata accompagnata da trasferimenti di importanti risorse statali, in Calabria ha generato nuovi debiti per il sistema sanitario.
Di più, le spese sostenute dagli Enti sanitari per il contrasto del covid non sono state ancora dai medesimi enti puntualmente rendicontate.
Un segnale positivo.
Il Presidente della Regione, On. Roberto, Occhiuto, attuale Commissario ad acta per il piano di rientro, in sede adunanza pre-ratifica, ha chiarito quali iniziative sono state intraprese per intervenire sulle criticità riscontrate.
Il Presidente ha dichiarato che sono stati istituiti gruppi di lavoro con l’ausilio della GDF per la ricognizione del debito; che è stato avviato il processo di circolarizzazione delle posizioni debitorie con l’apertura di una piattaforma e l’invio di 20.000 pec a tutti i fornitori del SSR per poter concludere la ricognizione della massa debitoria entro il 31 dicembre 2022; che sono state previste, nella manovra d’autunno, una serie di interventi per rendere più attrattivo il lavoro nel sistema sanitario calabrese; che sono stati avviati importanti investimenti del PNRR; che è stato predisposto un piano per la dotazione delle tecnologie per ospedali.
È chiaro che il primo malato della sanità calabrese sia proprio il sistema.
L’auspicio è che tutti gli interventi programmati dal governo regionale, siano in grado di invertire la storica tendenza di una macchina che divora imponenti risorse finanziarie e che restituisce, poco o nulla, in termini di servizi ai cittadini.
Angelo Montalto