Chiarimento dovuto

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In relazione all’ultimo articolo del cons. Avv. N. Feraudo, pubblicato su Acrinews, si ritiene opportuna la seguente precisazione.

  Se è vero che il sottoscritto si dedica a tempo pieno al proprio Comune, è anche vero che non sconosce affatto taluni principi di diritto penale (anzi – più correttamente – nel caso di specie, istituti processuali) e la prassi dei legali.

  Nella dichiarazione di denuncia o di querela non è necessario che il fatto sia giuridicamente qualificato, spettando al Magistrato assegnare al fatto esposto la pertinente definizione giuridica (reato ipotizzato), da cui deriva anche il relativo regime di procedibilità (d’ufficio o a querela) e al proponente solo il compito – in ogni caso necessario in caso di querela – di denunciare il fatto e richiedere che si proceda nei confronti del querelato (responsabile).

  Innanzi a un fatto che si ritiene possa integrare una fattispecie di reato, quindi, non si ritiene che sia erratoproporre una denuncia-querela ma prudente, poiché consentirebbe di punire il responsabile nel caso in cui il Magistrato competente dovesse ravvisare nei fatti esposti/denunciati anche reati punibili a querela.

  Ciò premesso, il cons. Feraudo qualifica giuridicamente gli episodi verificatisi, citando unaspecifica disposizione normativa e affermando che la stessa prevede un reato procedibile d’ufficio (per il quale non esiste alcun termine e dunque il fatto si potrà denunciare validamente in ogni momento salvo il decorso della prescrizione). 

Nel fare ciò, però, trascura (volutamente) di considerare la differenza della querela rispetto alla denuncia (art. 333 c.p.p.): quest’ultima può essere presentata da chiunque (non solo dalla persona offesa) e non deve necessariamente contenere una manifestazione di volontà; è sufficiente dare notizia alla competente autorità di un reato perseguibile d’ufficio.

Inoltre, il predetto consigliere ritiene che “per evidenti motivi di opportunità e di ordine pubblico la denuncia sarebbe dovuta intervenire con immediatezza e senza indugio”

  Alla luce di quanto sopra, in sostanza, il cons. Avv. N. Feraudo avrebbe potuto sporgere anche personalmente la denuncia, anziché impiegare il proprio tempo a scrivere l’articolo pubblicato.

   Tanto si doveva, con l’auspicio che l’opposizione faccia critica costruttiva e non si limiti solo a quella meramente sterile e strumentale nonché assolutamente inutile per i cittadini.

Pino Capalbo, sindaco di Acri

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