Rave

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Entusiasmarsi, scaternarsi, parlare con entusiasmo, parlare con eccitazione e in maniera non controllata, farsi prendere dal ritmo,questo il significato di “to rave”. Feste fatte nei magazzini, o in club o altri luoghi Si svolgono di luoghi non autorizzati come case non occupate, magazzini inutilizzati, hangar di aerei in disuso, boschi, ecc. Si tratta di eventi che provengono dagli anni della contestazione (ricordate Woodstock del 1969?) e che si affermanonegli ’90 con la musica techno. La techno nasce nella marginalità, si sviluppa tra le minoranze che iniziano a sperimentare evoluzioni techno a partire dalla musica soul e funk e in assonanza con il punk. Questi eventi divengono presto un luogo di incontro per le sottoculture in contrasto con le “politiche repressive”. Negli anni i rave in giro per l’Europa sono cresciuti fino a raggiungere dimensioni immense. Possono durare a lungo, alcuni si protraggono per ventiquattro ore e durano tutta la notte o più giorni o settimane. La cultura rave include l’uso di droghe illegali che vengono spesso anche autoprodotte e commercializzate dentro i circuiti dei partecipanti.

I “ravers” (giovani, studenti, precari) si muovono alla ricerca di feste organizzate nelle TAZ, nelle Zone Temporaneamente Autonome – boschi e radure, spiagge, capannoni abbandonati e zone industriali ormai in disuso -. Arrivati nei luoghi presceltimontano i sound system e si lasciano avvolgere dalla musica, seguono il ritmo incessante e ripetitivo verso il progressivo abbandono della razionalità. L’esperienza di queste manifestazioni risponde al desiderio di affermare uno spazio diverso dalle dinamiche imposte dalla società: creare una zona libera dai flussi economici e dai tempi scanditi dal lavoro nella vita quotidiana. 

Nel giro di pochi anni i rave divengono una realtà molto popolare in molti paesi. Nel giugno 2014, ad esempio, una festa libera in Francia ha raccolto più di 10.000 persone da tutta Europa, mentre, nel luglio 2015, un evento nel centro Italia ha riunito circa 4.000 persone, anche da Paesi stranieri. Durante il Teknival del 1° maggio 2017, in Francia, si sono riunite fino a 50.000 persone perquattro giorni.

Nell’ottobre 2018, in Italia, più di 6.000 persone provenienti da diversi Paesi europei si sono riunite in un capannone per celebrare i 20 anni di un’importante tribù.

Le componenti culturali principali di questi eventi sono:

– una critica alla proprietà privata con l’occupazione di spazi abbandonati occupati in autogestione temporanea;

– una critica alle forme ludiche commerciali come le discotechedove i partecipanti sono consumatori (spesso anche di droghe illegali);

– affermazione dell’autoproduzione come concetto di base;

– sperimentazione di stati di coscienza diversi dalla tipica vita lavorativa quotidiana (con o senza uso di sostanze);

– ricerca di una nuova consapevolezza attraverso la condivisione delle conoscenze anche con un uso creativo e sovversivo della tecnologia;

– uguaglianza nella diversità, al di fuori della politica tradizionale;

– rispettare la natura, rispettare te stesso, rispettare gli altri;

– essere responsabile della tua sicurezza e di quella degli altri, non danneggiare o rubare, sorridere e trasmettere energia positiva. 

Nell’agosto del 2021 circa 20.000 giovani, provenienti da tutta l’Europa hanno partecipato ad un evento, svoltosi in Italia, nei pressi di Viterbo. Nell’ottobre del 2022 più di 4000 persone hannoad un rave in un edificio abbandonato vicino Modena. Subito il neo-ministro degli interni il prefetto Piantedosi emana un decreto contro lo svolgimento di manifestazioni non autorizzate, con più di 50 persone, ritenute “pericolose” per l’ordine pubblico. I giovani intanto avevano già sgombrato l’edificio, avevano pulito tutto ed erano andati via sotto gli occhi di molta polizia che non aveva avuto nessun bisogno di intervenire. 

Una riflessione per concludere. Secondo il Rapporto Migrantes, il Rapporto Italiani nel mondo 2022 il 9,8% di italiani negli ultimi anni sono andati all’estero. Tra coloro che lasciano il territorio nazionale, i giovani, lo sappiamo, rappresentano la fetta più consistente. Da i giovani, molti laureati, non si sentono ben voluti in Italia e sono sempre più spinti a cercar fortuna altrove. La via per l’estero si presenta come unica scelta per la risoluzione deiproblemi esistenziali (autonomia, serenità, libertà, lavoro, genitorialità, ecc.). Questo paese non è un paese per (questi) giovani. 

Assunta Viteritti

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