La storia in una espressione popolare
A volte, le espressioni popolari trovano riscontro nella storia.
Le nostre anziane, nel disperarsi, usavano esclamare: – Mi vorra trovari ottu parmi sutta terra! (Vorrei trovarmi otto palmi sotto terra!). La totalità di esse non sapeva l’origine di quella espressione. Significava ritrovarsi in quella profondità per non sentire assurdità; invettive ecc. ecce?
Ebbene, consisteva semplicemente nell’augurarsi la morte.
Tra i reali dispacci abbiamo rintracciato quello che chiarisce tutto.
Eccolo trascritto, come al solito, pedissequamente:
“Nelle Terre Sante li cadaveri si debbono sepellire otto palmi sotto terra.
Volendo il Re provedere alla salubrità dell’aria, e che questa non si corrompa dal lezzo, ch’esala dalle Terre Sante, e Cimiteri. Ha risoluto che V. S. Illustrissima colla maggior sollecitudine imponga a’ Beccamorti, sotto pena di tre anni di galera, da eseguirsi irremisibilmente, senz’ ammettersi alcuna causa o scusa, che li cadaveri, li quali vengono sepelliti nelle Terre Sante e Cimiteri delle Chiese di questa Capitale, si debbano sepellire otto palmi sotto terra ben battuta, e con la proibizione di sepellirsi tali cadaveri in quella Terra Santa, ove no sta tale profondità di terra: soggiungendo, che in avenire non si aprano nelle dette Terre Sante più finestre o bocche, senza che prima se ne ottenga il supremo regale assenso. Di regal ordine lo prevengo a V. S. Illustrissima, a fin che dia gli ordini consecutivi
Palazzo, 20 Marzo, 1763.
Carlo Demarco
Signor Consigliere Spinelli”.
Il documento è riferito alla città di Napoli, capitale del regno. L’eco del dispaccio, però, per via traversa era pervenuto dalle nostre parti, dove risiedevano diversi funzionari provenienti dalla Capitale.
In Acri, infatti, quasi fino alla fine dell’800, i cadaveri si seppellivano nelle chiese.
Le cosiddette Terre Sante, va precisato per i curiosi, erano terre attigue ad alcune chiese dove si interravano i resti delle fosse comuni, site sotti i pavimenti dei luoghi sacri, e dove si seppellivano i cadaveri dei morti, che non avevano ricevuti i Sacramenti. Anche la morte aveva le discriminazioni!
Una curiosità, rilevata dai sinodi diocesani: le mogli dei defunti non si recavano in chiesa, ritenendo che i loro sposi le avessero attirate nelle “fosse”, per stare con loro.
Malgrado questo, però, pronunciavano, ignare, l’espressione commentata.
Giuseppe Abbruzzo