Igiene delle mani e mascherine: due abitudini da non abbandonare
Tra le tante “eredità“ negative dell’emergenza pandemica tuttora in corso, ce n’è una, anzi due, che sarebbe sommamente errato abbandonare terminata la fase emergenziale. Ci riferiamo alla scrupolosità con cui, da due anni e mezzo, ci laviamo le mani e all’uso estensivo delle mascherine per coprire naso e bocca. Riguardo al primo presidio, l’accurata igiene delle mani, è uno strumento fondamentale, non solo per gli operatori sanitari ma per tutti noi. Si calcola che per ogni centimetro quadrato di pelle alberghino da 5000 a 5 milioni di unità batteriche aggregate in colonie, che ci portiamo dietro e trasmettiamo con gesti semplici come una stretta di mano o toccando oggetti vari. L’accurata detersione delle mani richiede l’uso di detergenti antisettici, in grado di disinfettare ma al tempo stesso non molto aggressivi per la pelle (a base di clorexidina o similari). Questi prodotti, in buona sostanza, non hanno solo un’azione detergente, quindi di pulizia, ma anche e soprattutto disinfettante. Perché sia efficace la detersione delle mani deve essere accurata, sfregando bene su ogni punto, particolarmente tra le pieghe della dita, le estremità delle unghie e, soprattutto, lasciando agire la schiuma per un tempo sufficiente, ossia non inferiore ai 30 secondi prima di risciacquare. L’altro presidio estremamente utile, divenuto per tempo nostro fedele compagno, è la mascherina per coprire naso e bocca, particolarmente quella con maggior potere filtrante (FFP2). Negli ultimi due inverni, grazie all’uso estensivo delle mascherine, il tasso di incidenza e trasmissibilità di virosi a ricorrenza stagionale, come raffreddore e influenza, è stato minimo o nullo. Continuare ad utilizzare questi presidi nei periodi in cui la circolazione di questi virus è maggiore (da dicembre a febbraio) negli ambienti chiusi o nei mezzi di trasporto pubblico, contribuirebbe non poco a limitare la diffusione di queste infezioni. Ci sono Paesi come il Giappone, ad esempio, in cui queste abitudini sono da tempo acquisite. Le piccole battaglie si vincono con strategie chiare, strumenti semplici e affidabili, oltre che, ovviamente, con l’impegno di ognuno. Quelli appena proposti ci sembrano il presupposto minimale per prevenire nuove e ulteriori insidie.
Massimo Conocchia