Sabotaggio nel Baltico 

Un nuovo fronte si sta aprendo nel conflitto energetico generatosi dopo l’invasione dell’Ucraina e la conseguente adozione delle sanzioni economiche alla Russia da parte del blocco dei paesi occidentali.

Diverse esplosioni hanno causato almeno quattro falle nei gasdotti Nord Steam 1 e 2, procurando danni senza precedenti alle infrastrutture che collegano la Russia all’Europa sotto le acque del Mar Baltico.

Tutti sono d’accordo nel ritenere che si tratti di veri e propri atti disabotaggio e si rincorrono le accuse reciproche.

Mentre la Russia bolla come calunniose le insinuazioni rivolte dall’Occidente, Mosca a sua volta accusa dell’atto gli Stati Uniti,che si starebbero avvicinando a diventare sempre più parte attiva del conflitto bellico e l’Ucraina, che avrebbe agito per sabotare gli affari del colosso Gazprom.

Responsabilità a parte, il sabotaggio dell’infrastruttura, voluta dall’allora Cancelliere tedesco Angela Merkel e da mesi al centro di forti tensioni geopolitiche, lancia un allarme grave.

È realistico immaginare che gli attacchi possano portare ad una rapida nuova escalation del conflitto russo-ucraino, che indirizzi le azioni verso le strutture fisiche, quali quelle energetiche e di comunicazioni sottomarine, cruciali quest’ultime per le connessioni internet.

Ciò costringerebbe le forze armate, ovviamente anche quelle europee, a prepararsi ad un nuovo fronte di guerra, inaspettato, il mare, con un aumento del rischio di uno scontro diretto con la marina russa.

Sembra di assistere ad alcune fasi al culmine della Guerra Fredda, rappresentate anche da film memorabili, allorquando le flotte Nato e sovietiche, ed i rispettivi sottomarini, si rincorrevano nel mar Baltico giocando al gatto ed al topo.

In questo caso, però, non si tratta di finzioni cinematografiche, ma di una guerra vera e propria, che sta mietendo vittime umane e creando enormi difficoltà economiche a cittadini ed imprese del continente europeo.

Noi Italiani ne sappiamo qualcosa.

L’unica cosa ad oggi possibile, è aumentare le attività di sicurezza sulle nostre infrastrutture energetiche e di comunicazioni, poiché attori ostili potrebbero replicare a questo tipo di azioni.

Di certo, questo nuovo fronte, dimostra, insieme agli altri eventi che stanno avvenendo in questi giorni, e mi riferisco alla farsa dei referendum di annessione tenuti nelle regioni ucraine di Kherson, Lugansk, Donetsk e Zaporizhzhia, che la guerra appare ancora lunga a terminare e che dovremmo affrontare crisi di diversa natura.

Siamo solo all’inizio dell’autunno e si profila un lungo e difficile inverno.

Angelo Montalto

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