Un dibattito surreale, specchio dei tempi 


Un mese fa circa eravamo in coda in aeroporto per imbarcarci e abbiamo avuto occasione di assistere a un curioso e quanto mai emblematico siparietto, che ci piace riproporre per il notevole valore simbolico che ha assunto ai nostri occhi. Due signori davanti a noi, anch’essi in attesa di imbarcarsi, discutevano animatamente e non abbiamo potuto fare a meno di ascoltare il contenuto della discussione, quanto mai attuale. Si trattava, da quello che abbiamo potuto percepire, di un uomo impegnato nel settore della ristorazione in una importante località lacustre del  Nord e di un tecnico che settimanalmente rientrava a casa per il w.e.. Il primo appariva molto rammaricato per la caduta del governo Draghi e attaccava i 5 stelle, che non solo avevano determinato la caduta dell’esecutivo ma si erano resi artefici di provvedimenti “vergognosi” come il reddito di cittadinanza, causa – a suo dire – della carenza di personale, che preferiva starsene sul divano piuttosto che andare a lavorare. L’interlocutore, incredulo, replicava che la caduta del Governo era responsabilità di chi pretendeva di avere il partito di maggioranza relativa in coalizionementre si procedeva verso la demolizione delle misure che quello stesso movimento aveva provocato. Riguardo al reddito di cittadinanza, il tecnico faceva rilevare che si trattava di una misura di dignità, presente peraltro in molti Paesi europei, tra i quali la Germania, conosciuto sotto il nome di Hartz IV e di importo superiore al doppio di quello italiano. La misura è peraltro presente in tanti altri Paesi, tra cui Austria, Francia, Belgio, Gran Bretagna. In Germania, oltretutto, lo Stato si preoccupa anche di fornire una casa a chi, sprovvisto di reddito, ne è privo. La carenza di manodopera era – sottolineava il tecnico – da legare alle basse remunerazioni a fronte di orari di lavoro improponibili. A questo punto si scalda l’imprenditore, replicando che un banchiere come Draghi non poteva tollerare misure assistenziali e parassitarie come il reddito e che suo compito era la ricerca del pareggio di bilancio e non elargire danaro a chi non fa nulla. Fu a questo punto che irruppe nella discussione un operaio che – strano a dirsi – era anch’egli contro il reddito di cittadinanza. “Io lo stipendio me lo devo guadagnare, non è giusto che ci sia chi percepisce unsalario per starsene a casa”. Il tecnico faceva rilevare che non era uno stipendio ma un sussidio minimo per sopravvivere e che viene meno dopo due rifiuti di proposte di lavoro. L’imprenditore se ne uscì, a quel punto, attaccando anche sulle tematiche di sicurezza e sugli immigrati. “Siamo invasi da clandestini che sbarcano continuamente sulle nostre coste senza alcun controllo; chiunque può entrare in casa e non sei libero nemmeno di difenderti”. La discussione era accattivante perché, in qualche maniera, misura della “pancia” del Paese, dei suoi umori e di come alcune tematiche incidano fortemente sull’orientamento del voto: la crociata della Destra contro il welfare, le tematiche sulla sicurezza e contro gli immigrati sono argomenti di peso di fronte ai quali la Sinistra – o ciò che ne rimane – ha preferito glissare. Il PD non difende il reddito di cittadinanza e si sta concentrando più su una politica di demonizzazione dell’avversario (le tematiche ormai stantie sul fascismo, ad esempio) e sul piano programmatico si limita a riproporre l’agenda Draghi, cioè la demolizione delle misure di cui abbiamo parlato. Ciò che colpisce in un siffatto contesto non è tanto la posizione dell’imprenditore ma quella dell’operaio, teso in una lotta fratricida quanto inutile verso chi è più disperato. Quest’ultima posizione è forse quella più significativa. Senza contare che, stando ai sondaggi  – che danno il Centro-Destra in fortissimo vantaggio – , anche buona parte di quella fetta di popolazione beneficiaria del reddito di cittadinanza (oltre 6 milioni di persone) sarebbero orientati a votare per quelle forze che hanno anticipato l’intenzione di eliminare la misura. Che dire? Siamo di fronte a un quadro chiaro nella sua dimensione paradossale e di fronte al quale la miopia del PD, finirà per determinare la sicura vittoria di forze certamente non pericolose o eversive per lo spauracchio del fascismo ma per la loro scarsa sensibilità verso che è rimasto indietro. Prima che arrivasse il momento dell’imbarco, il tecnico pose fine alla discussione con una stoccata sulla flat tax riproposta dal Centro-Destra: “vi rendete conto che si tratta di una misura iniqua? Ponendo un livello di tassazione al 15% per tutti significa che i poveracci che stanno sotto dovranno pagare di più e i ricchi che stanno sopra pagheranno molto meno. L’esatto contrario di quello che dice la nostra Costituzione, che  vorreste apprestarvi a stravolgere”. Ci fu un attimo di smarrimento negli altri due partecipanti, mentre la fila scorreva velocemente e arrivò il nostro turno. 

Massimo Conocchia

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