Un anno senza Aurora
Un anno fa ci lasciava Aurora Luzzi.
Per chi non avesse avuto modo di apprezzare il talento di questa brillante scrittrice, come promesso esattamente un anno fa, la rubrica che teneva su questo giornale è ancora disponibile, con una serie di racconti che ce la ricordano.
Anche nella data della morte Aurora non ha voluto essere banale, andandosene in una giornata di festa. L’ha fatto con la discrezione di chi chiede scusa a chi l’ha conosciuta per avergli rovinato la giornata.
A un anno esatto da quella terribile notizia, arrivata di primo mattino, con la violenza di un uragano, non potevamo non ricordarla.
Riportarla alla memoria non è una grande fatica e non è un esercizio di rimembranza indotta, ma l’affiorare della limpida immagine di chi incrociando la tua esistenza vi ha lasciato un segno profondo. Non è un caso che anche l’Unsic provinciale abbia voluto dedicarle una sezione del Premio Cultura d’Impresa.
Aurora non c’è più, ma i suoi scritti rendono prepotentemente vivida la sua capacità di leggere, in un mondo apparentemente privo di poesia, il senso della vita e la presenza di uno strato oltre quello superficiale.
Eravamo profondamente diversi, per molti aspetti antitetici, cervello e cuore, raziocinio e abbandono, freddo e caldo, ma il suo disincanto e la sua capacità di sdrammatizzare, la sua visione onirica della realtà sono un patrimonio che mi porto dietro e che mi ha dato tanto.
Nei suoi scritti c’è lei, in tutta la sua bellissima personalità, ci raccontano il mondo e la bellezza di un universo umano che neanche una malattia infame e persecutoria ha potuto logorare.
Piero Cirino
Grazie Direttore per il ricordo di jna grande cara persona.