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Polibio attingendo, forse, da Timeo faceva distinzione tra Ausoni ed Opici, riconducendoli a due diverse etnie. Assimila, inoltre, gli Opici agli Osci.

Devoto fa rilevare che degli Opici avrebbero fatto parte Ausoni ed Enotri. Lo stesso sostiene che Opici-Osci sia lo stesso nome trasformato per epentesi, tipico della lingua osca. Si avrebbe, quindi: Opici, Obsci, Osci.

Gli studi più recenti, comunque, considerano gli Opici come un gruppo etnico proto-osco.

Vi è dell’altro e riguarda la stirpe Enotri-Opici.

Va precisato che gli Opici compaiono, secondo studiosi, fra i quali Giuseppe Sabella, “all’ultima fase dell’età del Bronzo”.

Il Rogadei riporta: “certuni, che affidandosi all’autorità di Strabone opinano essere stati gli Opici diversi dagli Osci, riputando questi tali successori de’ primi, quando ogni regola di buon senso detta di credere sotto amendue i nomi essere una stessa nazione additata, o per dir meglio i popoli dello stesso idioma, anzi il nome Osci essere lo stesso, che Opici, detti per la solita corruzione delle voci Opsci, ed indi Osci”.

Il Micali, volendo il conforto di qualche altro autore, sostiene che gli Ausoni, Aurunci, Opici ed Oscia siano tutti una stessa gente “che popolò la bassa Italia”, e la cui lingua contribuì a formare la latina.

Sulla questione s’è discusso, per tempo, e si discute tutt’ora.

A noi preme sottolineare che quanto riportato introduce qualcosa di estremamente interessante ed eloquente, che si conserva in un toponimo del centro urbano di Acri: Picitti. Il toponimo, infatti, è la trasformazione di Opicitti.

Nel dialetto acritano si tende ad elidere la vocale iniziale e, perciò, si ha ‘Picitti.

A questo punto, però, sorge un importante interrogativo, riguardante i primitivi insediamenti ad Acri. Una civiltà più vecchia doveva occupare la località propugnacolo incuneato fra i corsi d’acqua Calamo e Mucone.

Gli Opicitti, venuti dopo, infatti si insediarono nelle immediate vicinanze, nella suddetta località e bene esposta a sud.

A quale etnia appartenevano gli insediati in Padia?

L’antichità di Acri, da quanto si è riportato va letta nei toponimi, come ripetutamente segnalato.

Le argomentazioni, credo debbano far riflettere non poco a chi voglia conoscerne le origini.

Ognuno degli interessati mediti su questo punto non secondario e che dovrebbe far discutere.

Giuseppe Abbruzzo

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