Qualche modestissima proposta per il futuro della nostra città

Il voto popolare decretato il nuovo Sindaco, riconfermando la guida uscente. Da liberi cittadini, osservatori comuni, ci permettiamo di sottolineare alcune priorità. Ribadiamo che il nostro è un punto di vista di semplici osservatori e, perciò stesso, non condizionato da interessi di parte.

A nostro modo di vedere, un buon amministratore dovrebbe essere assimilato ad un ottimo architetto, che, nel concepire la struttura che andrà a definire, comincia, in termini di obiettivi, da quello che dovrebbe essere la struttura finita, e particolarmente il tetto, che dovrebbe significare la totalità degli obiettivi da raggiungere nel medio periodo. Può sembrare un paradosso ma non lo è. Il tetto è ciò che permette e da la forza di realizzare tutto ciò che lo precede. Nel nostro caso specifico, il tetto potrebbe essere rappresentato da tre finalità principali: 1) Migliorare la qualità di vita; 2) Favorire il rientro di chi ha preferito andare via, quindi recupero demografico, attraverso un potenziamento della fase progettuale, intercettando finanziamenti  pubblici, favorendo l’ingresso del privato nel recupero di strutture dismesse e abbandonate (penso all’ex salumificio, solo per fare un esempio); 3) Infrastrutture: tendere al completamento di quelle avviate e avviare nuovi progetti, intercettando fondi europei (che non infrequentemente tornano indietro oltre che il PNRR). Se questo è il tetto, quali dovrebbero essere le fondamenta, su cui i progetti dovrebbero stabilmente adagiarsi? Anche in questo caso, ci troviamo di fronte a una triade: 1) Pareggio di bilancio – appena realizzato – per cui il nuovo Sindaco partirebbe da zero. Per evitare di ritrovarsi in un film già vissuto, la nuova giunta dovrebbe ridurre al minimo l’utilizzo del fido, le anticipazioni di cassa e l’accensione di mutui, tutte cose che permetterebbero di traghettare il contingente ma a un costo salato per il futuro; 2) Adoperarsi per la ripresa delle opere già in essere, col duplice obiettivo di accelerare l’offerta di servizi e incrementare l’occupazione; 3)  Potenziare l’offerta dei servizi, dall’ospedale alle infrastrutture al turismo, valorizzando strutture non più utilizzate, come la Colonia Varrise, che potrebbe essere affidata, attraverso un bando, a un privato che si occuperebbe della ristrutturazione, dando, dopo essere rientrato dalle spese, al Comune un canone congruo. Anche il Salumificio potrebbe essere affidato a privati. Il comune si liberebbe da strutture fatiscenti e, contemporaneamente, rimpinguerebbe le proprie casse. Se da quelle strutture fantasma venissero fuori dei centri operativi, aumenterebbe l’occupazione.

Il Comune potrebbe, inoltre, accordarsi col privato per la realizzazione di un parco Eolico – a torto affossato da alcuni in passato – con un guadagno notevole in termini di entrate e risparmiando sulle spese energetiche.

Un maggiore interesse verso le periferie, a cominciare dalla viabilità per finire alla fornitura di servizi essenziali, spesso carenti in alcune zone.

Un rinnovato impegno sul piano culturale che vada al di là della vetrina e si traduca in interventi atti a promuovere momenti di incontro e di crescita collettiva.

Da ultimo, ma non in senso di priorità, bisognerebbe investire per servizi essenziali anche se poco appariscenti, in primis il rinnovo della rete idrica, ridotta a un colabrodo con circa il 40% dell’acqua che viene persa lungo il tragitto. Si eviterebbe di ritrovarsi ad ogni estate con lo stesso annoso problema.

In sintesi, non un elenco dei desideri ma una piccola, modesta scala di priorità in ordine alla quale, ci auguriamo, si possa aprire presto un confronto nelle sedi opportune, nell’esclusivo interesse della collettività. 

Massimo Conocchia

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