Un’eclissi a cinque stelle
Tra i tanti spunti di riflessione che le recenti elezioni Comunali ci hanno consegnato c’è il risultato gramo del Movimento Cinque Stelle. Quei 369 voti ora, poco sopra il 3%, proiettati nelle dinamiche della politica nazionale e delle imminenti consultazioni per l’elezione del nuovo parlamento acquistano un loro preciso significato.
Le Comunali dello scorso giugno sono state precedute da una resa dei conti interna, che ha portato nei pentastellati all’emarginazione del gruppo che fa capo all’arch. Cinzia Pancaro, che pure era stata candidata solo pochi mesi fa alle Regionali. Anche nel corso della campagna elettorale non sono mancati momenti di frizione tra il M5S e il gruppo di Acri in Movimento.
Il deludente risultato elettorale riapre lo scontro e mette sotto accusa il gruppo dirigente che l’ha conseguito. Quella del Movimento Cinque Stelle ad Acri appare come un’eclissi a cui si è giunti dopo un percorso che pure ha visto i grillini essere negli anni scorsi il primo partito in città. Questo alle Politiche, quando invece si è trattato di amministrative vi è stata una sistematica liquefazione. Non è un caso che il M5S abbia esordito alle Comunali di giugno dopo ben due precedenti defezioni.
In campagna elettorale sono giunti ad Acri deputati e senatori a profusione, per perorare la causa dell’inedita alleanza con Sinistra Italiana e sostenere il candidato a sindaco Angelo Cofone.
Quest’ultimo è un esponente di Si, ma in consiglio comunale ha preferito mantenere fede al progetto “Alternativa per Acri”, cioè il sodalizio tra M5S e Sinistra Italiana.
A settembre si torna alle urne, ma non è chiaro con quale gruppo dirigente i pentastellati ci arrivino. A tutto questo occorre poi aggiungere le incertezze a livello nazionale circa le alleanze da mettere in campo e le fibrillazioni interne che hanno portato alla fuoriuscita di Lui Di Maio. Anche a queste latitudini bisogna capire chi con chi e quanti adepti ha da queste parti il Ministro degli Esteri uscente.
Piero Cirino