Il gioco delle tre carte, ovvero la mortificazione della rappresentanza femminile ad Acri 

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Egregio Direttore,

Le chiedo ospitalità per esprimere poche, spontanee, considerazioni a proposito dell’esito del voto amministrativo nella nostra città. Al tempo stesso, non essendo mai stato nella mia vita amante delle scene, men che meno delle polemiche, da cui ho sempre rifuggito, le chiedo gentilmente di non comparire.

I concetti espressi, d’altro canto, sono ben lontani da attacchi personali ma esprimono un punto di vista che dovrebbe essere universale. “Raspando” sui social leggo commenti scandalizzati di gente che si meraviglia del fatto che, al momento, nessuna rappresentante femminile sieda nell’assise cittadina.

Prescindendo da ogni considerazione sociologica o di costume, ritengo che la spiegazione di questo fenomeno aberrante sia abbastanza semplice e, duole dirlo, la mattanza è avvenuta col consenso delle donne o, perlomeno, di quella parte di loro che si sono prestate a un gioco sporco all’atto delle candidature.

Osservando alcune liste – in maniera bipartisan – è facile scoprire il trucchetto portato avanti da alcuni maschietti ai danni delle donne. In pratica il macho di turno e autore della mattanza, sfruttando la doppia preferenza si rende oggetto del voto da parte di tutte le donne in lista.

Non a caso ci sono alcune formazioni, con entrambi gli sfidanti al ballottaggio, che abbondano di figure femminili, che, in non pochi casi, sono state destinatarie dei soli voti familiari, che rasentano appena, spesso, le due cifre.

Il rampollo prediletto, invece viene votato da tutte le donne in lista e i loro familiari. In qualche caso si tratta di “capitani di lungo corso”, in altri di giovani che da poco occupano e sovrastano le scene. In sintesi, le donne si sono prestate a un gioco sporco, messo in atto da più parti dai loro compagni di lista di genere maschile con la ovvia conseguenza di essersi esse stesse messe nella posizione di portatrici d’acqua al sultano di turno, che, in quell’harem sapientemente costruito, ha attinto a piene mani per affermarsi ai danni delle malcapitate, riportando in alcuni casi oltre 300 e in altri addirittura oltre i 400 voti.

Se sta bene alle donne un simile mortificante trattamento, nulla da eccepire, a condizione, però, che il giorno dopo non ci si meravigli se esce fuori un quadro a tinte fosche nel quale le pennellate più grosse le hanno dato proprio le “vittime”.

Cordialmente

Lettera firmata

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