C’era una volta… ora non c’è più: Acri produce!

Bata - Via Roma - Acri

La foto, che ricorda il varo di Acri produce, mi ha fatto andare indietro nel tempo, quando pochi, anzi pochissimi, avevano idee innovative e, tanto per non smentire lo sport preferito dagli Acritani, si incominciò subito a mettere in atto manovre per distruggere l’iniziativa.

Dato che gli ideatori erano iscritti al Partito Comunista, i DC e i dirigenti del PSI si affrettarono a dire: – Dobbiamo vedere cosa dobbiamo farne di questa realizzazione!… Come possiamo entrarci -. Non avendo ottenuta risposta subito si affrettarono insieme ad altri a mettere in atto la macchina della distruzione, ad inserire discordie intestine ecc., ecc.

Da fuori, intanto, si veniva a vedere quanto si era realizzato, per evidentemente trasferire l’iniziativa fuori la nostra cerchia dei monti. Cosenza e Corigliano ebbero, perciò, la loro Fiera.

Ad Acri si aspettava l’appuntamento e tanti venivano da fuori a comprare prodotti e manufatti locali.

L’iniziativa si affermò, cambiò il nome in Fiera di Acri, la partecipazione era sempre numerosa e di anno in anno si aggiungevano nuovi produttori.

Sembrava che tutto dovesse continuare, ma l’opera di distruzione continuava costante, continua finché, con grande soddisfazione dei retrivi, la realizzazione cessò di esistere.

Ho voluto ricordare, qualcuno dirà a muso duro, io dico con rimpianto per i produttori, ed io non lo ero e non lo sono, che non poterono più esporre i loro prodotti.

Tempo fa feci un “discorsetto” su questo sport del distruggere quanto si fa in questo bene amato paese e qualcuno, evidentemente con la coda di paglia, si risentì. Il mio discorso, le mie sottolineature non riguardavano nessuno in particolare, perché sul famigerato “Confronto” ho sempre preteso che si analizzassero i fatti e non si attaccassero le persone. Sono sempre più convinto, infatti, che colpevoli, potenzialmente, lo siamo tutti, e a noi interessavano, e a me personalmente interessano, i fatti non le persone. Non è escluso, per averlo vissuto, ripetutamente, che quello sport citato sia un retaggio atavico di alcuni.

– Come e perché? – si dirà. Non sta a me fare un’analisi sociologica, non ho fatto studi a riguardo e, perciò, non mi impelago in cose nelle quali, a differenza guazzano i tuttologi nostrani; mi astengo.

Cercare una risposta da parte di chi può e sa sarebbe, comunque, necessario e doveroso.

I miei pochi lettori facciano mente locale e vedano che fine hanno fatto le numerose iniziative.

Quante delle realizzazioni, Acri Produce compresa, non hanno subito la sorte suddetta?

Parlo di “Confronto”, per evitare polemiche sul resto, non vi sembra strano che al “ricordo sulla chiusura” fossero assenti tanti che avrebbero dovuto essere là, e che si dicono o sono detentori di organizzazioni culturali? Perché? Come mai si temeva e si è temuto per un fiore all’occhiello, apprezzatissimo fuori le nostre mura da persone autorevoli? Perché in patria si registrava tanto livore?

Come e perché una testata locale, che avrebbe dovuto, per tanti motivi, cantare il “de profundis”, lanciò l’annuncio del convegno su “Confronto” e immediatamente lo rimosse? Chi ordinò tanto e perché? Mediti ognuno.

Che dire del Salumificio, delle tante battaglie per ottenerlo? Della mia campagna stampa, particolarmente su una testata autorevolissima a livello nazionale quale Paese sera?

Acri Produce, perciò, non poteva fare miglior fine.

Chi ha perduto dalla sua soppressione? Certamente i produttori, ma anche chi traeva guadagni dalla venuta in Acri di persone da fuori.

Ora c’è un’altra domanda da porsi: – Acri produce ancora?… Cosa?… -. In caso di risposta negativa c’è da chiedersi il perché e cercarne, se ve ne sono, delle responsabilità. Questo, però, esula da quello sport citato.

Il fatto incontestabile è che la popolazione di Acri diminuisca sempre di più, per un esodo costante, continuo. Come mai?

So che le argomentazioni sono scottanti, ma a chi non piacciono le prenda come uno sfogo di chi ha, da sempre, operato per il bene collettivo. Un ricordo va a quei miei compagni di avventura, che vedo nella foto e che oggi, purtroppo, alcuni non sono più fra noi. Entusiasti, per quella realizzazione, avevamo creduto di dare uno strumento utilissimo al Paese ed è stato soppresso!

Giuseppe Abbruzzo

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