Melicchio, Capalbo ha perso un’occasione: anzi, due
Pino Capalbo ha perso un’altra occasione, anzi due buone occasioni per dimostrare che anche ad Acri un’altra politica è possibile.
La prima riguarda la mancata firma al patto per la legalità, impegno che hanno assunto altri candidati a sindaco, tra i quali anche il nostro Angelo Cofone, che porta avanti la coalizione Movimento 5 Stelle-Sinistra Italiana. Un gesto simbolico che assume la prospettiva dell’impegno politico al fine di dirigere l’attenzione della pubblica amministrazione verso comportamenti etici a favore della comunità.
Mi sarei fermato volentieri a questa assenza.
E invece mi tocca prendere atto di alcune presenze nella lista del sindaco uscente e delle collegate che non possono passare inosservate. Osservazioni che, insieme al collega di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, abbiamo inoltrato al Ministro dell’Interno con una interrogazione parlamentare.
Mi riferisco ad alcuni candidati che hanno bazzicato le stanze comunali per svolgere incarichi professionali, alcuni a più riprese e alcuni ancora in fase di espletamento.
Ma nella lista che porta il nome di Capalbo troviamo anche un ex amministratore attualmente imputato nel processo Acheruntia, per presunti condizionamenti delle attività del Comune di Acri, per il quale anche lo stesso ente Comunale, nonché la Regione Calabria e la Provincia di Cosenza, si sono costituiti parte civile.
Essere imputato, lo sottolineo, non significa essere colpevole di alcunché ma scegliere certe candidature è eticamente discutibile oltre che politicamente inopportuno.
Sono infatti convinto che la maggior parte dei candidati della coalizione a sostegno di Capalbo siano brave persone ma mi chiedo cosa pensino del rischio di essere confusi con qualcun altro che fa parte della stessa compagine.
On. Alessandro Melicchio, deputato del Movimento 5 Stelle