Palazzo Bacci: storia e curiosità
Oggi voglio raccontarvi una storia, quella di un luogo che un po’ considero casa mia.
Il Palazzo Bacci di Arezzo è il luogo in cui sono nata e ho vissuto la mia giovinezza. Se cercate il mio profilo su Facebook, riconoscerete subito questo edificio dalla mia foto profilo. Credo che non la cambierò mai perché richiama alla memoria le mie radici e la mia famiglia.
Penso che non ci sia nulla di più prezioso dei ricordi legati al nostro vissuto. Le nostre origini hanno un valore inestimabile e io adoro parlare delle mie, strettamente legate a Palazzo Bacci, che sorge all’incrocio tra Via Cavour e Corso Italia nella pittoresca Arezzo.
Lo spigolo del palazzo, denominato “Canto de Bacci” è stato a lungo fulcro di incontri sociali, culturali, politici, ma soprattutto commerciali. Non è un caso che alcuni dei più bei negozi della città si trovavano, e si trovano ancora oggi, qui. Come non fu un caso che nel 1794 al Canto dei Bacci vennero posizionati i primi lampioni a olio per l’illuminazione pubblica della città.
Insomma, questo luogo ha significato molto per la storia della città di Arezzo, simbolo di cambiamenti dei suoi abitanti e dell’Italia intera.
I Baccierano grandi mercanti, ma anche personaggi sensibili all’arte. Furono loro a commissionare, nel 1447, gli affreschi per la cappella maggiore della basilica di San Francesco.
Essi furono iniziati da un artista fiorentino e completati, nel 1452, da Piero dellaFrancesca regalando ad Arezzo e all’umanità “Le storie della Vera Croce”, uno dei cicli rinascimentali più belli e importanti di sempre.
In quel periodo ci fu una grande frequentazione fra i committenti e il pittore, che andava spesso a riposarsi a casa loro. Nel Palazzo venivano così imbanditi sontuose tavole, ricche di pietanze e bontà di tutti i tipi. Piero dellaFrancesca era un artista dall’animo borghese, affettuoso con il prossimo, colto e dall’indole pacata.
I Bacci adoravano ascoltare le sue parole, i suoi discorsi sul rapporto tra scienza e arte, ma anche le sue condanne alla società moderna, sempre più mondana e disinibita.
Da questi incontri, nascevano idee artistiche sublimi che ancora oggi possiamo ammirare sparse nella bellissima Toscana.
Il palazzo Bacci non può esserevisitato ma, essendoci vissuta, posso farvi vedere alcune foto del mio appartamento di 250 mq.
L’ingresso si apre su un lungo corridoio su cui si affacciano le porte delle 9 stanze tutte comunicanti tra di loro.
La mia famiglia era composta da 10 figli più i genitori. Ancora conservo il ricordo delle corse che facevamo in questo spazio e ci sembrava di vivere in un castello.
Palazzo Bacci presenta anche un bellissimo cortile nel quale sono superstiti due colonne quadrangolari con l’emblema della famiglia Bacci.
Salendo fino alla terrazza panoramica, frutto dell’abbassamento della torre del palazzo, si gode di una delle vedute più suggestive della città vista da una prospettiva inedita.
Ricordo questo luogo come se fossi ancora bambina, entusiasta di vivere la mia vita come una principessa, coccolata e circondata dall’arte. Io penso che non ci sia nulla di meglio che crescere i nostri figli nella bellezza e imparare a guardarci indietro e comprendere il valore dei nostri ricordi.
Elena Ricci
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