Opposizioni sterili e incapaci di costruire un’alternativa
A differenza delle precedenti amministrazioni comunali che si sono succedute dall’entrata in vigore della legge 81 del 1993, quella che sta per concludere il suo mandato non arriva al traguardo con l’affanno dei numeri. Ancora oggi la maggioranza può contare su dieci consiglieri, contro i sette delle opposizioni.
Due i passaggi tra le file delle minoranze, uno in quelle della maggioranza. In sostanza, almeno in termini quantitativi, siamo all’incirca sui valori di inizio legislatura. Tuttavia, al di là dei numeri, l’impressione è che le opposizioni consiliari abbiano facilitato il compito all’amministrazione comunale, mai veramente in difficoltà, se non per questioni interne.
Come già avuto modo di scrivere, personalmente ritengo che le minoranze non abbiano mai dato la sensazione di costituire una credibile alternativa di governo con cui misurarsi alle elezioni.
Tranne qualche lodevole eccezione, hanno sovente giocato di rimessa, limitando la loro azione, quando c’è stata, al perimetro delle riunioni del consiglio e delle commissioni.
Quella che è mancata è stata una opposizione di governo, che non si limitasse a dire no, ma che indicasse una via diversa.
Ancora oggi è difficile dire, solo per fare un esempio, quale fosse la posizione di alcuni settori delle minoranze sulla questione dell’ecodistretto.
Spesso si è preferito la tattica alla strategia, talora fino al paradosso. Anche qui non mancano gli esempi.
Uno su tutti: ultimo consiglio comunale, quello dello scorso dicembre. Le opposizioni chiedono un rinvio perché tra i punti all’ordine del giorno ve n’erano due su cui occorreva più tempo per studiare le carte: parco eolico e progetto definitivo in variante al Prg vigente dei lavori di ottimizzazione del sistema di depurazione e fognario del Comune di Acri.
Dopo aver invano protestato anche a inizio seduta, alla fine le opposizioni partecipano alla discussione sui due punti per cui avevano chiesto il rinvio e abbandonano i lavori solo per una serie di reliquati di terreno. Che senso ha?
In cinque anni di iniziative pubbliche al di fuori delle assise municipali neanche l’ombra, solo uno sterile muro contro muro in consiglio, spesso su questioni formali, più che di sostanza.
L’efficacia dell’azione delle minoranze in molte circostanze è stata altresì indebolita dalla mancanza di unità, anche perché su determinate questioni vi erano sensibilità diverse, che sono emerse in tutta la loro evidenza.
Non è ancora detta l’ultima parola, ma tra le alternative a Pino Capalbo alle prossime elezioni non vi dovrebbero essere esponenti delle opposizioni consiliari attuali, e questo, se dovesse essere confermato, sarebbe in qualche modo una sentenza.
Un cenno a parte anche alle opposizioni non consiliari. In questi anni sono nate, soprattutto sulla carta, associazioni che avrebbero dovuto fornire il loro contributo e che si sono puntualmente eclissate in un batter di ciglia.
Dispiace per gli “Innovatori della politica”, che per anni sono stati una spina nel fianco dell’amministrazione comunale, ma che da tempo non si fanno più sentire. La loro presenza alle elezioni sarebbe un bel segnale.
Acri, oggi più che mai, ha bisogno di associazioni sane, non di operazioni finalizzate unicamente alle elezioni per cercare di annacquare scomode identità politiche sotto la maschera del civismo. Il pericolo purtroppo è dietro l’angolo.
Piero Cirino