C’erano una volta “I misteri”

In occasione della Settimana Santa si teneva, in Acri, una processione, contro la quale insorse, nel 1864, Vincenzo Padula:

“Durano ancora nei nostri paesi le barbare costumanze di andare attorno con una schiera di statue in processione nel dì di venerdì santo. Vi è la Madonna, vi sono uno o due Cristi, vi sono le Marie, vi sono i Giudei, vi è Pilato, vi sono i preti. Questi innanzi alle botteghe dei mercanti, sotto i balconi delle famiglie ricche fan fermare le statue, Pilato, i Giudei, le Marie in legno, e le Marie in carne che seguono la processione, e per sfoggiare la lor voce innanzi alle Marie in carne intuonano lo Stabat, il Miserere, o altro; e premio dell’aperto gorgozzule è una bottiglia or di vino, or di ruhm, or di rosolio o acquavite, che il devoto bottegaio, e la devota famiglia offre ai preti. Si fa così nei santi stomachi una miscela che non ha nome, e che dà al volto dei preti il colorito delle statue dei giudei.

In Acri in quest’ occasione è succeduta una rissa scandalosa tra Raffaele Vasquez ufficiale della Guardia Nazionale e militi da una parte, e ‘l Sacerdote Clauso ed altri preti dall’ altra. Noi deploriamo questo fatto, e preghiamo il bravo maggiore D. Raffaele Falcone, che sedò quel diavoleto, d’impedire negli anni venturi la ripetizione di queste scene. Queste gole e sensuali processioni son respinte dalla civiltà e dalla Religione: i preti non debbono bere e cantare per le vie come gatti in febbraio, ma raccogliere il popolo devotamente nella chiesa, ed istruirlo dei sublimi misteri della Santa settimana. Il Vasquez tirò al prete due colpi di sciabola e ‘l prete restituì al Vasquez due solenni colpi di bastone”.

La processione fu proibita dal vescovo e i misteri riposti in soffitta. Vi si trovano ancora in S. Domenico?

Non si sa, però, come si svolgeva la criticata processione. Lo rendiamo noto, riportando da un’inedita descrizione.

Il Venerdì Santo si portavano in processione per il paese i “misteri”: statue raffiguranti la passione di Cristo. Precedeva il tutto una schiera di uomini con corone di spine in testa.

Antonio Julia ricordava, a fine 800: “Un tempo, i nostri contadini costruivano de’ piccoli pagliai di spine (pagliarìelli); si denudavano il petto e se ne rivestivano la persona, andando l’uno appresso dell’altro, a certa distanza, e ripetendo: Perduna, miu Diu/ perduna ppe’ pietà”.

Seguivano persone impersonanti gli Apostoli e il Cristo, che di tanto in tanto, lavava i piedi ai discepoli. Nell’inedito si legge la seguente precisazione: “mentre Giuda, ultimo di essi, dà un calcio al piatto (ndr bacinella) e passa via”. E, ancora: “vien Gesù morto, e infine la Vergine, vestita a nero”.

Si legge la seguente nota: “antichissima è l’origine di questa processione, e certamente è l’avanzo di quei Misteri della Passione che nel medio evo si praticavano nelle chiese”.

Ora di tutto questo si è perso, perfino, il ricordo.

Quanto abbiamo riportato non ha, perciò, solo valore di curiosità, ma vale, anche, a far comprendere quella reprimenda apparsa su Il Bruzio.

Giuseppe Abbruzzo

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