Fede: ha ancora senso credere?
La fede è un bisogno connaturato all’animo umano. Credere in qualcosa oltre l’aspetto materiale serve a costruire un senso per vivere.
La fede è per Jung una necessità fondamentale allo sviluppo dell’individuo. E’ credere in qualcosa per affrontare le avversità della vita.
La fede è la solitaria candela nell’oscurità quando ci sentiamo persi. E’ l’invisibile rete che sta sotto di noi quando ci sentiamo sul punto di inciampare.
Fede è abbracciare l’indefinito
Ho partecipato a un incontro organizzato da padre Giovanni su questo argomento. Ne riporto alcuni passaggi:
“Aver fede – disse l’eremita nascosto nel cuore del Chianti – significa muoversi con tutto il nostro essere verso una realtà di vita che non potremmo mai definire, che non potremmo mai precisare, ma che sentiamo esistente. E’ credere che la nostra coscienza personale sia chiamata ad andare sempre oltre, verso un infinito che, a mano a mano che ci avviciniamo, si dilata e diventa immenso”.
Quando un poeta comincia a comporre una poesia, quella poesia già esiste dentro di lui. E’ un’intuizione che deve prendere forma. Quando un artista comincia a dipingere, vede già ciò che diventerà quello spazio bianco.
Dio entra nel presente come la poesia che non abbiamo ancora scritto, come il quadro che deve essere ancora dipinto. E’ una presenza invisibile che viene dal nostro futuro per dare intensità al nostro presente.
Non c’è ragione che possa spiegare tutto questo, nessun pensiero che possa dimostrarlo. Il soffio divino che chiama alla vita, che spinge ad esplorare con gioia ogni attimo lo senti, lo avverti, vive dentro. Questa è la prova, l’unica possibile prova della tua fede. Essa non ci parla di Dio, invita a seguirlo.
La fede porta a entrare dentro la vita senza paura, anche se non si sa dove porterà e come.
La fede come esperienza di vita
La vita offre, più spesso di quello che sembra, l’occasione per sperimentare la fede. Ci sono momenti in cui ti trovi a un bivio: puoi decidere se vuoi garanzie di assicurazioni o puoi semplicemente buttarti, così senza rete di protezione e senza mille spiegazioni. E’ in quel momento che comincia davvero il tuo cammino di fede.
La fede va oltre l’appartenenza religiosa o l’adesione ad un discorso. “Il cristianesimo non è un’ideologia, ma una partecipazione alla vita guidata dal cuore” afferma padre Giovanni. Ci sono volte nella vita in cui l’essere umano può dire “io vedo” senza vedere o “esisti” a qualcosa che non c’è.
Anche io ho sperimentato la fede, a volte, nella vita. Mi sono trovata ad avere la percezione del rischio nel fare un salto. Anche io, come tanti, ho ripetuto a me stessa frasi come “dovrei smettere di”, “vorrei fare così”, “bisognerebbe…”.
Dio non può giocare ad un esasperante nascondino. Me ne sono resa conto da sola. O ci credi o non ci credi. Quando mi sono ritrovata ingarbugliata nei miei pensieri, il Signore è apparso, per srotolare i fili di una matassa intricata di cui non vedevo né l’inizio né la fine.
Dio appare in qualcosa di nuovo, accaduto al di là di ogni speranza. Per me è diventato consolante certezza che non ero sola nel cammino. Quando questo accade a un fedele, lo stupore si fa emozione. E’ un attimo in cui si decide tutto e si smette di raccontare un sacco di bugie e riempire la vita di inutilità.
E’ come quel giorno in cui, ancora una volta, Egli ci chiamò beati anche nelle nostre perplessità. Beati, perché il Risorto è lì e adatta il suo passo al nostro, chiamandoci alla santità senza pretenderla. Beati, perché c’è un Dio che non si stanca di aspettarci e che rende salda la nostra fede bambina.
Chi ha fede, sa stupirsi non di cose meravigliose o straordinarie, ma di cose più semplici. E’ facile riconoscere un fedele: conosco alcune persone che hanno quella luce negli occhi quando salutano, quando osservano ciò che li circonda, con quello sguardo che sa donare vita e rende ogni cosa meravigliosa.
Non serve essere testimoni di miracoli o di imprese sovrumane per provare fede. Per diventare fedeli, basta lasciarsi andare alle esperienze, sapendo che non siamo soli. Il Signore, o chiunque altro se non si è cattolici, è lì per noi.
Quando proviamo fede ci sentiamo accolti e felici. Guardiamo il mondo con gioia e benessere, tenendo per mano il nostro angelo custode, la nostra consapevolezza di essere guidati in un cammino bellissimo. Quando riesco ad avere questo sguardo fin dal mattino, ecco che tutto diventa possibile.
Elena Ricci