Giusto per chiarire

Prendo atto che il comunicato pubblicato ieri a firma “Gli alunni del Falcone” è frutto di uno “sfogo personale di due studenti che hanno voluto esternare un pensiero oltremodo critico e altrettanto discutibile, sulla gestione delle relazioni all’interno della comunità educativa in cui studiano e si formano quotidianamente tanti giovani del nostro territorio e dei comuni limitrofi”.

Non è mia intenzione entrare nel merito della vicenda tutta interna alla scuola, ma qualche precisazione, per rispetto verso chi ci legge, da parte mia è doverosa.

Il comunicato che la nostra testata ha pubblicato nella giornata di ieri ci è stato inviato tramite una mail che si richiama chiaramente agli alunni del Falcone. In ogni caso, abbiamo preteso dei nominativi e dei recapiti, che ci sono giunti puntualmente e che sono debitamente documentati. Uno di questi si riferisce a un rappresentante d’istituto, che, in quanto tale, è titolato a parlare e scrivere per nome e per conto di una comunità studentesca, e non sta a noi indagare se in questa circostanza l’abbia fatto o meno. Se ci arriva un comunicato di un partito politico o di un’associazione, firmato dal segretario del partito o dal presidente dell’associazione, non tocca a noi stabilire se rifletta o meno il pensiero di tutti i tesserati o di tutti i soci.

Da parte nostra sarebbe stata una deprecabile forma di censura non pubblicare il comunicato di ieri, che non conteneva comunque riferimenti lesivi od offensivi nei confronti di chicchessia, ma riguardava dinamiche tutte interne a quell’istituto scolastico.

Infine, un’ultima precisazione, limitandomi unicamente alla legittimità o meno, che a onor del vero non è stata messa in discussione nella nota di rettifica di oggi, ma su cui io dovevo dei chiarimenti ai lettori: il comunicato di ieri non è stato pubblicato solo dalla nostra testata, ma è uscito anche sulla Gazzetta del Sud di oggi.

Tanto mi premeva sottolineare, sperando che basti a chiarire quello che è successo dalla nostra prospettiva. In altre questioni, tutte interne a quella comunità scolastica, non tocca a noi metterci il naso, né onestamente abbiamo voglia di farlo.

Piero Cirino

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