Padia ha a che fare con la città di Palia?

Tempo fa ci siamo occupati di Padia, toponimo che indica il più antico agglomerato urbano di Acri.

Facemmo varie supposizioni. Ora ritorniamo sull’argomento per qualcosa se non di strano, di curioso che ci è capitato di leggere.

Ne scriviamo perché gli studiosi, se non l’hanno ancora fatto, ne prendano atto e diano una loro spiegazione.

Giuseppe Cozza Luzi in Della geografia di Strabone Frammenti scoperti in membrane palimseste (Roma, 1884, parte III) riporta qualcosa che ha a che vedere con la città di Palia in Acaia.

L’autore dedica all’argomento suddetto un capitolo dal titolo: “Della città di Palia menzionata da Strabone”.

Ne scriviamo, soprattutto per l’assonanza con la nostra Padia, dove la l, com’è noto, nel nostro dialetto si trasforma di d.

“Nelle edizioni straboniane – scrive il Cozza – non si trova menzionata la città di Palia, ma dal nostro codice per il nuovo brano recuperato abbiamo ricordanza tanto di Palia che dei Palioti nel nostro Geografo”.

Bene l’assonanza è perfetta: Padia e Padioti.

Strabone dice della città di Dima “ma aggiunge (precisa Cozza) nel passo nuovamente ritrovato che prima ebbe altro nome, cioè quello di Palia e che ivi abitarono i Palioti”.

Ora tutto questo non ha nulla a che fare con il quartiere di Acri, ma la somiglianza strettissima del toponimo Padia e dei suoi abitanti Padioti sì. E questo potrebbe provare che furono gli Achei a dare quelle denominazioni, che, come usava, davano ai luoghi da loro raggiunti quelli che ricordavano la patria di origine.

È solo un’ipotesi, ma essa deve fare riflettere, perché non bisogna accettare ciecamente le ipotesi di chi ne ha scritto in precedenza.

Pausania riporta, scrive il commentatore dei frammenti della Geografia di Strabone, che questo fu l’antico nome di Dime, che “prima ebbe il nome di Stratos”. “E ci narra come uno dei suoi più gloriosi vanti si fu l’esser stata patria di Ebota vincitore nell’Olimpiade VI ai giuochi Olimpici. Del quale essendo trascurata la memoria, fu poi per ordine dell’oracolo nell’Olimpiade LXXX fatta erigere una statua sotto la quale eran questi versi”, che riportiamo nella traduzione che ne dà Cozza: “Enia Ebota vincitore nello stadio: quest’Acheo rese più famosa Palia sua patria”.

Chi è interessato ricerchi l’opera da noi citata e riscontri le altre argomentazioni che tralasciamo, per evitare di essere oltremodo lunghi.

Giuseppe Abbruzzo

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