Scorciatoie

La non riapertura delle scuole il 10 gennaio è una sconfitta. Bisognava avere coraggio e responsabilità. Dobbiamo educarci “insieme” alla presenza, dobbiamo “convivere” con il virus, educare i più piccoli e i giovani (vaccinati) a co-abitare con quella che è già diventata una Endemia e che ci accompagnerà per moltomolto tempo. Dobbiamo imparare a coltivare la scienza, la statistica, l’epidemiologia, le pratiche sicure, anche con i più giovani, anche con i bambini. 

Il decreto nazionale diceva altro, i dirigenti si sono opposti ma questo non può bastare a tenere le scuole chiuse per ancora una settimana. Nel decreto ci sono regole, non si è capaci di gestirle? Il processo di coabitazione con il virus (il primo globale) sarà ancora molto lungo e se le sole soluzioni saranno le scorciatoie delle chiusure e della scuola a distanza avremo generazioni danneggiate e impoverite socialmente e civilmente. 

A Roma lunedì 10 gennaio si torna a scuola, tutti! E si tratta di una città di quasi 4 milioni di persone. Anche perché devono tornare al lavoro le madri che lavorano, non solo i padri: avete presente le madri che lavorano? Ecco questo ritardo di apertura della scuola danneggia soprattutto loro, le madri che lavorano e ve ne sono anche ad Acri, non poche… La scuola non è un optional e la DAD è un palliativo deludente, soprattutto se si insegna come se si fosse in presenza (cattedra, trasmissione, spiegazione, valutazionenumerica, controllo…). Dobbiamo imparare a uscire dall’idea dell’emergenza, la nostra contemporaneità e il prossimo futuro ci riserva molta complessità, siamo solo all’inizio, il pianeta è in fermento e chiede a noi poveri umani nuove regole di vita. Non si apprenderanno rimanendo a casa. 

La decisione di ritardare l’apertura è di fatto una non decisione, è una resa, una passività politica e culturale. Bisogna andare a scuola, areare le aule di continuo, bisogna vaccinare i figli, giovani e piccoli, essere cittadini e non solo madri e padri, dirigenti e insegnanti impauriti e pavidi. Cosa penseranno ora i genitori che hanno già fatto vaccinare i propri figli, giovani e più piccoli? Presi in giro, non considerati. 

Bisogna allearsi, parlare una lingua comune, tra dirigenti, insegnanti, genitori e amministratori. Dobbiamo mandare i figli a scuola e poi magari fino a quando non sono vaccinati (con doppia dose) convincerli di rimanere a casa nel pomeriggio, la scuola è un posto sicuro, il contagio è nelle case, nei luoghi al chiuso e senza mascherina, nelle pratiche non responsabili, che spesso sono proprio nelle famiglie, si lo so sono litanie che conosciamo bene. Tutti diventeremo positivi, prima o poi, ma non è della positività al virus che dobbiamo aver paura, piuttosto della negatività delle nostre reazioni che invece di mostrare fiducia mostriamo solo timori e paura. Bisogna vaccinare i ragazzi e i bambini, saranno più sicuri e sereni anche loro, cosa c’è di più ovvio in questo momento!

Ora è andata così, si è scelta la scorciatoia della scuola chiusa (per una settimana) che magari rassicurerà per qualche giorno qualche mamma più apprensiva e qualche dirigente molto preoccupato. Alle madri e ai padri sarebbe meglio dire: vaccinate i vostri figli, hanno diritto alla scuola in presenza. Hanno diritto alla vita civica e sicura. Omicron è una variante molto più contagiosa, lo dicono tutti gli scienziati, ma bisogna imparare a convivere con questa contagiosità. Vaccinare, vaccinare, vaccinare anche nelle scuole che devono restare aperte, come le ludoteche, i centri commerciali, i cinema, i teatri, i negozi, le pizzerie, bisogna solo vaccinarsi, proteggersi e non aver paura. Dobbiamo regalare attestati di coraggio ai più piccoli che si vaccinano e magari regalare del carbone (dolce) agli adulti che non sanno decidere.

Assunta Viteritti

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Una risposta

  1. Viteritti Maria ha detto:

    Evviva Acri e la chiusura delle scuole!! Tutto e’ risolto!!

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