Frane e incendi

La caduta di massi sulla strada Acri-Serricella dimostra per l’ennesima volta, se ancora ce ne fosse bisogno, che gli incendi boschivi non sono solo e tanto un danno alla vegetazione ed alle cose ma hanno conseguenze gravi più vaste e prolungate negli anni.

Gli incendi infatti incrementano il dissesto idrogeologico anche danneggiando il terreno e “cuocendo” le rocce facilitandone la rottura ed il distacco, ecco perché la strada Acri-Serricella è così soggetta alla caduta di massi, perché le pendici che la sovrastano sono da decenni preda di ripetuti incendi.

Per le strade di montagna sovrastate da pendici in dissesto non si avrà mai la sicurezza assoluta, qualunque siano gli interventi ingegneristici che si andranno ad adottare, perché né le reti, né le barriere paramassi potranno garantire al cento per cento dalla caduta di massi di grandi dimensioni; sono d’altronde improponibili interventi dal costo proibitivo (gallerie paramassi).

Sono invece raccomandabili ed utili tanti altri interventi di accompagnamento a quelli ingegneristici che purtroppo invece vengono ignorati nella attuale fase storica di abbandono del territorio, sarebbe per esempio utile ridurre il periodico verificarsi degli incendi realizzando una fascia tagliafuoco lungo il bordo della strada, così da rendere più difficile appiccare gli incendi dolosi ed impossibile quelli accidentali; sarebbero utili fasce rimboschite con essenze arboree a rapida crescita e resistenti al fuoco (robinia ecc.) che frenerebbero il dissesto, alternate a fasce parafuoco nei punti più esposti; sarebbe utile colpire qualche “piromane”, per esempio ricorrendo all’uso massiccio di fototrappole ecc.

La prevenzione è da sempre la migliore e più economica arma contro il dissesto, ma sono ormai quattro decenni che non la si pratica più.

Flavio Sposato

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