Apparizioni!
Le apparizioni, sacre o meno, sono dell’era cristiana o si sono sempre avute?
Tralasciamo quanto è più vicino a noi e vediamo cosa ne dicevano gli antichi scrittori.
Plutarco scrive, più volte, di apparizioni o di fantasmi. Tanti soldati videro il fantasma di Teseo combattere a fianco dei Greci nella battaglia di Maratona. Silla vide in sogno Bellona o Minerva, dea venerata dai Romani, che gli consegnò una specie di fulmine da scagliare contro i nemici che, colpendoli, li avrebbe visti cadere morti ai suoi piedi.
A proposito di Maratona si riporta che, 400 anni dopo la battaglia, si sentivano ancora, tutte le notti, i nitriti dei cavalli e le grida dei soldati che combattevano. Tanto fu ripreso da Foscolo ne I sepolcri.
Plutarco riporta pure di fantasmi, che si vedevano ed emettevano urla spaventose nei bagni pubblici di Cheronea, sua patria natale. In quei bagni erano stati trucidati molti cittadini. I vicini sentivano e vedevano tutto questo, tanto che si arrivò alla chiusura delle terme.
Suggestione collettiva?
Il discepolo di Platone, Dione, che era generale dei Siracusani, una sera se ne stava seduto nell’atrio della sua casa. Senti un forte rumore e vide il fantasma terrificante d’una donna grandissima, simile a una delle Furie, delle quali si diceva nelle tragedie. Era giorno chiaro. La donna prese a scopare la casa. Dione, impressionato da quanto aveva visto, fece chiamare i suoi amici, pregandoli di rimanere quella notte con lui, ma non accadde nulla. La donna non si fece rivedere.
Non passò molto tempo, però, e suo figlio precipitò dal loggiato del palazzo e lo stesso Dione fu ucciso da congiurati.
Si potrebbe continuare. Gli autori classici sono ricchi di notizie a riguardo. La cultura popolare è popolata di apparizioni. In quest’ultima si racconta, però, che le apparizioni le avevano chi era sìngeru, ossia senza pensieri per la testa.
Ricordate Questi fantasmi, la commedia di Eduardo De Filippo? Ricordate la realtà sul fantasma buono che infestava quella casa?
Non sempre è così, almeno nella credenza popolare. Vi sono, infatti, castelli con i loro fantasmi; appartamenti infestati; luoghi con case diroccate invase dai rovi ecc. dove si diceva, specie un tempo, che si fossero sentiti o visti fantasmi.
Chi si occupa di Cultura popolare ha raccolto dalla voce di vecchi mulattieri dell’appagnàrsi, ossia dell’impaurirsi, della loro bestia in luogo ben noto infestato dai fantasmi.
La cosa è vecchia! Plinio il giovane riporta che in Atene vi era una casa bellissima. Era stata abbandonata, perché vi appariva un fantasma. Arrivò in città il filoso Atenodoro e vedendo affisso alla casa il cartello: Vendesi, la comprò a buon mercato. Vi andò a dormire e, di notte, mentre era intento a leggere e scrivere, sentì un improvviso rumore di catene, che venivano trascinate. Alzò gli occhi e vide un vecchio incatenato, che tristemente si trascinava verso di lui.
Atenodoro, incurante, continuò a scrivere. Il fantasma gli fece cenno di seguirlo. Il filosofo gli fece cenno di aspettare; interruppe la scrittura, prese il lume e seguì il fantasma, che lo condusse nel cortile della casa. Appena arrivati lì, il fantasma disparve sotto terra. Atenodoro, senza spaventarsi, strappò dei ciuffi di erba dal luogo dove il fantasma era scomparso e rientrato in casa andò a dormire.
Il giorno successivo avvisò il magistrato di quanto era accaduto. Visitarono il luogo indicato; fecero scavare e trovarono le ossa di un cadavere carico di catene. Gli diedero sepoltura e la casa fu libera.
Qui fa capolino un altro “mistero”: il sogno premonitore!
Non credete alla storia raccontata da Plinio? Luciano ne riporta una similare.
Plauto scrive la commedia Mostellaria o Monstellaria, da monstrum su questo argomento.
Erano tutti sognatori. Erano autori amanti del macabro?
Provate a dare una risposta. Noi ce ne asteniamo.
Giuseppe Abbruzzo