Amministrazione mediocre e di facile irritabilità

Ormai prossimi alla scadenza della consiliatura, riteniamo legittimo e
doveroso, da cittadini – e ancor più da cittadini da sempre impegnati
e attivi nel dibattito politico – dire la nostra su quello che non
esitiamo a definire una “debacle” su tutti i fronti. E lo diciamo
senza alcun livore ma semplicemente tirando le somme di un’azione
amministrativa che, in questi anni più che mai, si è contraddistinta
per un immobilismo che non ha paragoni (fatta forse eccezione per la parentesi del 2010-2013). Il tutto con buona pace dei diretti
interessati e dei loro consanguinei che, con spirito battagliero,
bacchettano chiunque si permetta di sottolineare semplicemente
l’evidenza. Il culmine è stato raggiunto qualche giorno fa, dalla
sorella del primo cittadino, la quale entrando a gamba tesa nel dibattito
facebook, esordisce dicendo:
“candidati e facci vedere cosa sai fare”. Ora, al netto della
etichetta, che imporrebbe forse un diverso atteggiamento, riteniamo
questo modus operandi alquanto singolare.
Egregia signora, il diritto
di critica è sacrosanto e non implica direttamente che colui che critica debba necessariamente candidarsi. Diversamente dovremmo condannare al
silenzio il 99% della popolazione, riservando i rilievi solo a coloro
che sfideranno l’attuale sindaco nella prossima tornata elettorale. Ve lo immaginate Draghi o il presidente della Commissione europea che,
rispondendo a critiche di opinionisti, giornalisti o semplicemente
cittadini, risponde loro dicendo: “venite voi al mio posto e mostratemi il vostro
valore”???

Tutto ciò premesso, ci permettiamo di replicare alla signora consanguinea del sindaco che, in ogni caso, la sfida potrebbe essere accolta da chiunque, perché ad oggi riteniamo che peggio di così non si possa davvero fare, in tutti i campi nei quali suo fratello si è
cimentato. Per dovere di sintesi, ci permettiamo solo alcuni esempi:
1) totale mancanza di progettualità propria, essendosi l’attuale
amministrazione distinta per un totale immobilismo, limitandosi a
qualche taglio di nastro, talora appropriato, tal’altra meno; 2) E’
vero, come sostiene il primo cittadino, che il problema dell’acqua è
atavico, tuttavia mai si erano toccate punte così estreme con interiquartieri lasciati all’asciutto per giorni interi, durante la stagione estiva e in un periodo pandemico, nel quale la necessità di igiene personale e di vitale importanza. 3) Le strade ridotte a
colabrodo come negli ultimi 5 anni, non hanno eguali; 4) Durante
la fase elettorale l’attuale sindaco si era impegnato con i cittadini
promettendo una vera e propria rivoluzione. Dire che il “cambia vento” non ci sia stato, rischia di divenire un’ovvietà; 5) Sulla questione delle esternalizzazioni il Sindaco era stato perentorio, promettendo un’inversione di tendenza, che non solo non c’è stata ma si è assistito a un potenziamento di questa pratica anche in settori finora
mai lambiti, come, ad esempio quello idrico. 5) A nessuno venga in
mente di addurre come scusa il dissesto – il cui rientro, com’è nota è
opera dei commissari – dato che all’atto della candidatura Capalbo
questo problema era noto ed esistente, quindi non si può addurre come
scusa.

In pratica, ci troviamo di fronte al paradosso di un bilancio
oggettivamente fallimentare, di fronte al quale tutto ciò che si
replica ai cittadini è la sfida a provare a candidarsi. In tutti i
sistemi democratici del mondo, chi fa politica mette in conto di
esporsi al giudizio dei cittadini, serenamente e replicando nel
merito, giammai con un atteggiamento borioso e provocatorio. Ci sono
Paesi nei quali quest’analisi viene fatta pubblicamente e senza
scalpore. Se lo sapesse sorella Debora!

Ad Acri ci ritroviamo con un’Amministrazione fallimentare, che, anziché rendicontare e rendersi disponibile al dibattito,
nell’interesse generale, rimbrotta i cittadini. Non è meraviglioso???

Stefano Ritacco

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