Alla scoperta dei falsi miti su cosa e come mangiamo

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Davvero le banane sono il cibo più ricco di potassio? Siamo sicuri che mangiare la pasta di sera faccia ingrassare? che l’ananas e il pompelmo facciano dimagrire? Siamo prigionieri di tanti loghi comuni sul cibo, da sfatare per riappropriarci di uno stile alimentare più equilibrato e consapevole. Vediamone alcuni:

1. Le banane sono il cibo più ricco di potassio?

La banana è sicuramente un frutto ricco di potassio, ma altri alimenti, soprattutto di origine vegetale, contengono quantità molto superiori di questo minerale. Le indicazioni contenute nelle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità suggeriscono di consumare una razione giornaliera pari a 3,5 grammi di potassio. Il potassio è contenuto in quasi tutti gli alimenti, in alta percentuale soprattutto nei cibi di origine vegetale. La frutta fresca è una fonte importante di potassio: l’avocado, con 450 milligrammi di potassio per 100 grammi di parte mangiabile (450 mg/100g parte edibile) e il kiwi (400 mg/100g p.e.) sono certamente i frutti con la maggiore concentrazione di potassio, seguiti dal ribes (370 mg/100g p.e.) e dalla banana (350 mg/100g p.e.). Ricchi di potassio, con valori superiori a 300 mg/100g p.e., sono anche i meloni d’estate (333 mg/100g p.e.) e le albicocche (320 mg/100g p.e.). Anche la frutta secca (pistacchi 972 mg/100g p.e., mandorle 780 mg/100g p.e., arachidi 680 mg/100g p.e. e nocciole 466 mg/100g p.e., per citarne alcuni) e ancor più la verdura (patate 570 mg/100g p.e., spinaci 530 mg/100g p.e., finocchi 394 mg/100g p.e. ecc.) e i legumi (fagioli 1445 mg/100g p.e., lenticchie 980 mg/100g p.e. e ceci 881 mg/100g p.e.) forniscono alla dieta considerevoli quantità di potassio.
Una dieta equilibrata, data la quantità di cibi naturalmente ricchi di potassio, è in grado di fornire l’apporto di potassio necessario al nostro organismo.

2. L’ananas brucia i grassi: ma è proprio così?

L’ananas è un frutto ricco d’acqua (la sola polpa ne contiene più dell’80%) con pochissime calorie (solo 57 per 100 grammi) e molteplici proprietà nutrizionali (è particolarmente ricco di calcio, potassio, fosforo e vitamine A e C e polifenoli). All’ananas spesso è associata la capacità di bruciare i grassi. Il falso mito deriva dal fatto che l’ananas contiene una sostanza, chiamata  bromelina, in grado di rompere le molecole proteiche (attività proteolitica) degli alimenti rendendole più digeribili ma che non ha alcuna attività sui grassi. Diversi studi clinici hanno mostrato gli effetti antiedematoso (riduzione della ritenzione di liquidi), anti-infiammatorio e anti-trombotico della bromelina. Una considerazione importante riguarda il contenuto di bromelina nell’ananas: esso è molto più alto nel gambo che nella polpa e per questo motivo gli integratori alimentari che si trovano in farmacia sono un concentrato di enzima estratto dal gambo fresco. Dunque, l’ananas può aiutare la digestione ed è un ottimo drenante essendo ricco di acqua. Tali aspetti lo rendono ideale per una dieta ipocalorica. L’ananas, però non fa dimagrire: la vera perdita di grasso si ottiene solo attraverso una dieta equilibrata potenziata dall’attività fisica.

3. Ricongelare prodotti decongelati fa male?

Il prodotto scongelato si può ricongelare solo se precedentemente cotto. È possibile scongelare, cuocere e ricongelare un prodotto; mentre è assolutamente non corretto scongelare e ricongelare senza che il prodotto sia stato cotto.Il prodotto scongelato non deve essere nuovamente congelato senza essere cotto, perché si rischia di aumentare il rischio di contaminazione da parte di batteri o virus che in origine erano presenti nell’alimento crudo. Il congelamento degli alimenti a -18 gradi provoca un arresto dello sviluppo microbico, ma non elimina né i batteri né i virus. Con lo scongelamento, i batteri presenti possono riprendere la loro vitalità e, se le condizioni di tempo e di temperatura lo consentono, possono moltiplicarsi in maniera esponenziale tanto da raggiungere quantitativi nocivi per la salute. Con la cottura la maggior parte dei microrganismi eventualmente presenti viene inattivata.

4. Se si beve moltissima acqua si perde l’appetito e si dimagrisce?

Bere troppa acqua, così come berne troppo poca, è nocivo per la salute perché, tra gli altri effetti, può determinare la diluizione degli elettroliti nel sangue, specialmente il sodio e il potassio, che hanno una funzione essenziale nel bilancio dei liquidi tra l’interno e l’esterno delle cellule.

5. Il cibo senza lattosio è più salutare?

Consumare alimenti senza lattosio da parte di persone non effettivamente intolleranti, oltre ad essere inutilmente costoso in termini economici, può far diminuire, a lungo andare, la produzione dell’enzima lattasi. A differenza delle allergie, dovute ad una reazione esagerata del sistema di difesa dell’organismo (sistema immunitario), le intolleranze alimentari sono spesso causate dalla incapacità del corpo di metabolizzare alcune sostanze, a causa della mancanza di uno o più enzimi. L’intolleranza al lattosio, dovuta ad una ridotta o assente capacità di digerire il lattosio nello stomaco con conseguente fermentazione nell’intestino e formazione di gas che porta a gonfiore e dolori addominali, è fra le più comuni intolleranze alimentari. Nella maggior parte dei casi è una intolleranza causata da un disturbo enzimatico generalmente ereditario (intolleranza primaria).

6. La frutta va mangiata lontano dai pasti?

La frutta fa bene alla nostra salute in qualunque momento si mangi.

Si sente spesso dire che mangiare frutta alla fine dei pasti non è una buona abitudine. I motivi che alimentano questa credenza sono diversi: alcuni riferirebbero una più difficile perdita di peso, altri l’instaurarsi di sensazioni di gonfiore e sazietà. Alcuni componenti della frutta, come fibre e oligosaccaridi, possono, in effetti, rallentare, seppur in misura modesta, il transito del cibo attraverso il tratto gastrointestinale, dar luogo a dei processi di fermentazione e creare un accumulo di gas nell’intestino con conseguente sensazione di gonfiore. Questa situazione si verifica soprattutto in coloro che hanno una particolare sensibilità intestinale (colite ulcerosa, sindrome dell’intestino irritabile, meteorismo). In generale, se si escludono queste condizioni, non si riscontrano fastidi dopo aver ingerito la frutta a fine pasto e non ci sono studi scientifici o linee guida che sconsigliano di mangiare la frutta dopo i pasti.

8. Mangiare i carboidrati a cena fa ingrassare?

È falso! Si tratta di una errata convinzione: non conta infatti in che momento della giornata si mangino carboidrati, ma piuttosto quanti se ne introducono quotidianamente e di quante calorie totali si compone la nostra dieta.

Pane, pasta e riso sono alimenti ricchi di carboidrati: nutrienti che il nostro corpo utilizza in via preferenziale per ottenere energia.
Per un’alimentazione equilibrata, è sicuramente importante non mangiarne più del dovuto e stare attenti a consumarli in porzioni adeguate al proprio fisico, all’età e all’attività fisica svolta. È bene, inoltre, avere degli accorgimenti, per esempio evitare condimenti elaborati per i primi piatti, quindi più ricchi di grassi e difficili da digerire. Tuttavia, la convinzione che i carboidrati debbano essere esclusi dalla dieta, o che sia meglio assumerli durante il giorno e non la sera, è priva di fondamenta.

9. Per dimagrire basta saltare i pasti?

Saltare i pasti per dimagrire è un metodo che non funziona e non fa bene alla salute. È pensiero comune che saltare i pasti sia un metodo valido ed efficace per perdere peso, e purtroppo questa pratica viene sperimentata da molti. Si crede che privando l’organismo di calorie e nutrienti durante la giornata si avrà una riduzione della massa grassa. In realtà quello che accade è l’opposto: il corpo, privato di cibo, va in allerta e rallenta il dimagrimento.

10. L’acqua non va bevuta durante i pasti?

Non è una buona abitudine, quella di molti, di non bere acqua durante i pasti. Con questo comportamento si vorrebbe ottenere un doppio vantaggio: digerire più facilmente e dimagrire in modo più rapido. Non è vero! Bere una giusta quantità di acqua (non oltre i 600-700 ml) durante il pasto, serve infatti a migliorare la consistenza degli alimenti ingeriti svolgendo quindi un ruolo importante nella digestione. Solo se si beve un’eccessiva quantità di acqua, i succhi gastrici vengono diluiti e quindi i tempi della digestione si potrebbero leggermente allungare.
Inoltre, l’abitudine di non bere durante i pasti, ma di bere solo prima, non ha di per sé alcun effetto dimagrante, ma favorisce semplicemente il senso di sazietà, portando a ridurre la quantità di cibo nel pasto.

La prossima volta ne approfondiremo tanti altri. Mi raccomando seguite la mia rubrica settimanale.

Antonia Cassavia

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