Caro amico, ti scrivo!
Ricevere una lettera di questi tempi, in cui lo scrivere è quasi in disuso, meraviglia. È, però, cosa grata se l’autore è un vecchio amico che, per motivi vari, è costretto a vivere lontano dal paese natio.
Cercherò di riassumere. L’amico scrive di aver ripreso fra mano un libro del 2013 ed essere stato colpito da una foto utilizzata in maniera “assai distorta”, recante la didascalia: “Manifestazione di Piazza di Interventisti alla vigilia della Grande Guerra”. Dice di ricordare che, in una delle prime annate di “Confronto” era stata pubblicata la stessa foto, con un grosso interrogativo a proposito dell’interventista. Ricorda dello sviluppo successivo, ma non ricorda quale fu la precisazione e vorrebbe averne notizia.
Preciso che le annate di “Confronto” sono state messe in rete dal Direttore di Acrinews e ognuno può controllare e ricordare.
La foto in questione, fornita da Gabriele Garotto, fu pubblicata, sul citato periodico (a. V, n. 3, marzo 1979, p. 2), con il titolo: “Il Carnevale acrese del 1915 – Interventista?”. Ci si chiedeva: “Cosa si volle rappresentare?”.
La risposta all’interrogativo l’abbiamo data, come ricorda vagamente il nostro amico, nel numero successivo (a. V, aprile 1979, n. 4, p.3), col titolo: “Il Carnevale 1915 – Un quadro risorgimentale – Intervista ad un protagonista”.
“Quella del Carnevale acrese 1915 non fu una manifestazione interventista.
Lo abbiamo appurato da uno degli ‘artefici’: Filippo Toscano”.
Nell’intervista, come si potrà leggere, visualizzando il numero citato, si fa rilevare, con dovizie di particolari che era da escludere la matrice interventista.
Filippo, in particolare, alla domanda:
“D. – Fu un carnevale “interventista” o cosa si voleva rappresentare?”.
Rispose: – “L’ “interventismo non c’entra. Tutto incominciò così: l’anno prima un napoletano, che lavorava al mulino Palmieri, in occasione del carnevale, allestì un carro insieme ad Angelo Bianchini ed altri (…)
Il secondo anno – quello della foto – si pensò di continuare quella manifestazione, che aveva avuto tanto successo e si fece la Spedizione dei Mille”.
Il resto si può leggere comodamente sul citato numero.
Spero di aver risposto e chiarito quanto il nostro amico ha chiesto.
Mi scuso se non entro nel merito delle sue considerazioni sul come sia stata utilizzata la foto e sull’ “incidente di percorso”, come egli lo definisce. Non sono io a poter dare giudizi, né ho voglia di farlo. Parafrasando il ben noto poeta dico: Ad altri l’ardua sentenza.
Giuseppe Abbruzzo
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