Una donna lo sa…
Conobbi Aurora Luzzi nel 2015, grazie a Carlo Franzisi, che era suo amico dai tempi dell’infanzia e voleva promuovere la presentazione del libro “Se mi racconti”.
Era il primo scritto da Aurora, che nel frattempo aveva abbandonato la Calabria e lavorava a Milano. Carlo mi chiese di occuparmene.
Io Aurora l’ho conosciuta, ancor prima che fisicamente, attraverso la sua scrittura. E ne rimasi rapito. Come ebbi spesso modo di dirle, conoscendo il suo talento non potevi non essere a disagio, perché aveva una straordinaria capacità di cogliere quel particolare in grado di descrivere perfettamente una situazione o una persona. Era come se ti facesse una radiografia.
Col tempo ci ha uniti il fascino per l’estetica del linguaggio, la frase scolpita, la capacità di rappresentare luoghi, persone e situazioni ricorrendo ad accostamenti inediti e sorprendenti.
Per uno strano scherzo del destino, ci accorgemmo di aver fatto la tesi universitaria sullo stesso argomento: i dialoghi di Torquato Tasso. Aurora era un’artista, una pittrice del linguaggio, la prosa della poesia.
Quando nacque il progetto Acrinews.it glielo esposi subito e le chiesi un suo impegno.
Come scrissi in occasione della presentazione della rubrica “Reverie”, dovetti corteggiarla a lungo. Alla fine abbracciò con entusiasmo questa esperienza e per noi ha scritto 33 racconti inediti in meno di due anni. Rimarranno sul sito, nell’apposita sezione.
Quando una persona va via ti chiedi se in vita tu avessi potuto darle di più. Io forse ero troppo affascinato dall’artista e probabilmente più distratto sul lato umano.
Lei non era così. Aveva un entusiasmo, una voglia di vivere e di viversi, contagiosi.
Ha combattuto a lungo contro il suo male che alla fine ce l’ha portata via e l’ha fatto con una consapevolezza che negli ultimi mesi è cresciuta. Ma senza mai farlo pesare agli altri, con una compostezza e una riservatezza tipiche delle anime nobili.
Ma “una donna lo sa che se la febbre sale, le cellule dell’epitelio bruciano, una ridda di spine, promesse abortite, baci di canfora, bussano senza tregua alle porte dell’anima, sì, sicuramente implorano a gran voce l’elemosina di un addio”.
Mi mancherai, amica mia.
Piero Cirino