Per favore, non scavate più pozzi
La sempre più frequente carenza di acqua potabile ad Acri spinge gli amministratori di turno a prendere provvedimenti per cercare di risolvere il problema; purtroppo sono sempre provvedimenti estemporanei, dettati dall’emergenza e dalla fretta, senza programmazione e senza ponderare le conseguenze di lunga durata che ogni intervento porterà alle casse comunali e quindi ai cittadini.
Acri ha circa cinquanta acquedotti e decine di pozzi, diciamo circa non a caso, ma perché non esiste un organico inventario degli stessi e quindi neanche il Comune sa quanti siano con esattezza; questa carenza è la prima grave deficienza dei nostri amministratori, se è vero che bisogna “conoscere per curare” non si può affrontare seriamente il problema senza conoscere: il numero, il percorso, la portata all’origine ed all’arrivo, le perdite, le condizioni ecc. degli acquedotti e delle fonti di approvigionamento idrico.
Solo con queste conoscenze si potrebbe affrontare il problema in modo organico e definitivo perché è certo che gli acquedotti esistenti sono spesso vecchi e privi di manutenzione, alte sono le perdite alla fonte (sorgenti) ed altrettanto alte le perdite lungo il percorso, oltre che gli allacci abusivi; già ponendo mano a queste perdite (a volte occulte ed a volte addirittura conosciute) si avrebbe un notevole incremento della risorsa idrica, si potrebbe inoltre pensare per tempo alla ricerca di nuove fonti da immettere negli acquedotti esistenti.
Ed a tale proposito è troppo comodo per gli amministratori ricorrere alla trivellazione di pozzi, sembra la soluzione più semplice e rapida, è invece la più costosa e la più aleatoria; i pozzi innanzitutto dovrebbero essere trivellati solo in pianura dove, raggiunta la falda, si ha normalmente una buona e stabile portata di acqua e di lunga durata, lo stesso non avviene in montagna dove normalmente i pozzi danno poca acqua e di portata aleatoria.
Inoltre un pozzo rappresenta per l’amministrazione un onere continuo e molto alto, non sono infatti tanto rilevanti i costi di trivellazione e di approvvigionamento dell’energia elettrica che sono una tantum, quanto quelli di consumo quotidiano di energia elettrica e di manutenzione ordinaria e straordinaria del gruppo di sollevamento, soggetto a consumo continuo; non bisogna poi meravigliarsi se la bolletta energetica del Comune sale in continuazione e se le interruzioni nella fornitura sono frequenti ( vedi Ominiello).
Molto diverso è il discorso per una sorgente, una volta captata fornisce acqua per caduta, di ottima qualità, sempre superiore a quella di pozzo e pressoché gratuita.
E’ per questo che un paese di montagna come Acri, circondato da montagne ricche di acqua, solo a cercarla, non dovrebbe scavare pozzi ma cercare sorgenti, nell’interesse dei cittadini e dei loro figli (ammesso che ci sia qualcuno che pensi a loro).
Flavio Sposato
Quando vidi che stavano scavando un pozzo in località Croce di Greca pensai che il proprietario del fondo doveva essere pazzo, poi seppi che a trivellare il pozzo era il comune…
Acri è piena di sorgenti dove l’acqua scorre nei valloni 24 h 24 …basterebbero delle vasche di accumulo a valle e il problema si risolverebbe…ci vuole solo programmazione ma soprattutto la voglia di risolvere il problema, perchè non è l’acqua che manca ma proprio la voglia di raccogliere la stessa…un caro saluto