Ginestra dei carbonai: problema o risorsa?
La ginestra dei carbonai (citisus scoparius) è una delle tante specie di ginestra che vegeta sulle nostre montagne, da non confondere con la ginestra odorosa, che se ne differenzia, tra l’altro, per il profumo dei fiori.
Pur essendo endemica dei nostri territori la ginestra dei carbonai ha visto negli ultimi decenni una crescita esponenziale della sua presenza, divenendo tra le più nocive infestanti sia dei terreni agrari che dei boschi e dei pascoli, in particolare in Sila, ma di recente si è estesa anche a quote più basse dove non è stata mai presente.
Non essendo appetita dal bestiame e non avendo alcun utilizzo produttivo, ma essendo facile preda di disastrosi incendi, la sua diffusione è solo negativa.
Probabilmente ha contribuito alla sua iniziale diffusione l’utilizzo quale pianta pioniera per il consolidamento delle frane, certamente oggi si diffonde sempre più, per l’abbandono dei terreni agrari e dei pascoli e per i frequenti incendi che colpiscono i nostri boschi; dopo un incendio infatti la ginestra dei carbonai è la prima ad insediarsi e, grazie alla sua rapida crescita, a ricoprire interamente il terreno soffocando ogni altra pianta e precludendo la ricrescita del bosco.
Altra causa di diffusione è l’eccessivo sfruttamento dei boschi di pino, che ha ripreso fiato dopo decenni di fermo per l’utilizzo della biomassa ad uso energetico; normalmente nei boschi di pino laricio la ginestra non penetra per la scarsa luce presente nel sottobosco, ma quando un bosco viene eccessivamente diradato per un taglio fuori norma, la ginestra vi penetra rendendo difficile il rinnovamento della specie forestale.
Non è un caso che il panorama silano sta modificandosi negli ultimi decenni, soprattutto in primavera, quando al posto del verde scuro dei boschi di pino, le pendici si colorano del giallo dei fiori della ginestra, soprattutto dove il bosco è stato distrutto da incendio.
Sarebbe opportuno che i nostri enti territoriali (comuni, regione) prendessero a cuore questo problema, affidando ad un ente scientifico lo studio del contenimento della diffusione della ginestra e/o il possibile utilizzo della stessa, per esempio quale pianta per la produzione di biomassa per uso energetico.
Flavio Sposato