Libertà vere e libertà violate nell’epoca di internet e dei social
Un problema che per molti anni, nel secolo scorso, ha interessato il pensiero liberale è stato quello della libertà, ossia un concetto nuovo della stessa, che vedeva nell’individuo, quindi nel singolo, il depositario della libertà. La libertà intesa, dunque, come rispetto individuale, del privato, degli affetti, in una parola della privacy. Paradossalmente, però, proprio mentre si andava affermando, anche nel nostro Paese, un concetto così avanzato di libertà e se ne andavano delineando i confini e le regole, anche da un punto di vista legislativo e giuridico, si sviluppava una rete di sistemi attraverso i quali la libertà del singolo viene continuamente messa in pericolo da una fitta rete di insidie, che, non infrequentemente, mettono in piazza le cose più care e private di un uomo, in una spirale perversa attraverso la quale molti godono nell’osservare dal buco della serratura quanto di più privato e intimo ci sia in un individuo. Basti pensare a quanto le notizie più riservate riescano a suscitare maggiore interesse e alle milioni di visualizzazioni che può raggiungere un video che ripropone, spesso illegalmente, aspetti del privato di ognuno. Ciò che da una parte il legislatore illuminato si è preoccupato giustamente di preservare, dall’altra viene costantemente messo in pericolo. Viene da chiedersi allora: è al sicuro la nostra libertà individuale? Le cronache recenti e un po’ meno recenti ci consentono di rispondere negativamente a questa domanda. Si instaura una relazione perversa tra curiosità morbosa e segreto godimento di chi spia e la sofferenza atroce di chi è spiato. Questo vale, maggiormente, per gli organi di informazione, specie quelli cosiddetti scandalistici, che da sempre hanno prosperato sulla violazione del privato di personaggi più o meno noti. Chi non ricorda quell’immagine eloquente di Walter Chiari che rincorreva il fotografo che lo aveva appena immortalato in un momento di estrema tenerezza con una famosa attrice? Da allora gli esempi sarebbero infiniti. Per non parlare di quelli che si insinuano nelle case di chi soffre per una tragedia e vanno a chiedere come si sentono. In sintesi c’è chi prospera sull’infelicità e sui segreti più cari di ognuno e chi gode nel vedere, da spettatore comodo e discreto, quanto di più intimo possa esserci nella vita di un uomo. Il problema va al di là della tutela di meri interessi del singolo.
Lo sviluppo pervasivo, e al tempo stesso invasivo della rete internet nella vita quotidiana rappresenta uno dei principali fattori che hanno portato la “questione privacy” al centro del dibattito politico, sociale e giuridico degli ultimi decenni. E con esso una serie di provvedimenti normativi (penso alla legge sul cyberbullismo, ad esempio), che mirano ad un equilibrio tra le libertà collettive e la tutela degli interessi individuali. In quest’ottica riteniamo che il cammino sia ancora lungo, sia in termini di maggior controllo e protezione dei dati sia in termini repressivi. La libertà di ognuno termina dove inizia quella dell’altro.
Massimo Conocchia