Quando arrivano ad Acri le strade dello sviluppo?
Dopo più di 50-60 anni, l’isolamento di Acri si rivela meno “splendido” e sempre meno conveniente di quanto i commercianti locali potevano credere. Esso rende arduo non solo i contatti e gli scambi culturali con le zone limitrofe, ma condiziona soprattutto il rifornimento di derrate alimentari e di merci, visto l’esistenza di un’agricoltura insoddisfacente per i bisogni degli stessi praticanti e la forte carenza di imprese artigiane. Da quel tempo, qualcosa si è fatto per migliorare la mobilità per Cosenza o per la piana di Sibari, ma quel che si è realizzato è stato sempre in ritardo o inadeguato a ciò che richiedeva l’evoluzione del mercato e dei mezzi di trasporto. Purtroppo, la capacità del popolo acrese di sopportare tutti i problemi connessi con l’isolamento geografico del territorio (dovuto allo stato delle sue strade) è stata altamente negativa per uno sviluppo socio-economico. Periodicamente si verificano fatti che spingono a riflessioni amare. Nel corso di quest’ultima settimana, un autoarticolato ha avuto serie difficoltà a superare la prima curva a gomito per raggiungere la frazione Duglia, venendo dalla SS 106 jonica. Le foto mostrano i segni lasciati sull’asfalto e sul muretto interno delimitante la carreggiata. Sicuramente l’automezzo avrà riportato qualche danno e scoraggerà il suo proprietario a proporsi per servire una seconda volta Acri. Il tratto della SP 177 (da Acri fino a Cantinella) è davvero tortuoso e lo sanno molto bene anche i camionisti locali che trasportano materiale inerte per le ceramiche fino a Modena. Sia il manto stradale, la larghezza o i raggi di curvatura della strada, nonché la brevità dei rettifili non sono adeguati per essere percorsi dai moderni automezzi di logistica. Anche le curve a gomito sulla SS 660 per Cosenza (via Cocozzello), prima che fossero allargate per statalizzare l’intero tratto, hanno rappresentato un ostacolo insormontabile per gli autoarticolati. Ricordo che gli automezzi che trasportavano lunghe travi in c.a. hanno dovuto fermarsi ad inizio curva e chiedere l’ausilio di un’autogru per trasferire le travi su altri autocarri per recapitarle sul costruendo viadotto in contrada San Lorenzo. Un dispendio di costi impensabile! Queste difficoltà, purtroppo, comportano l’innalzamento dei prezzi dei beni di consumo alla comunità acrese nonché l’emarginazione e la discriminazione del suo territorio da parte di impresari, commercianti, rappresentanti, società sportive, turisti, visitatori e minano la sua economia e la sua vita
Francesco Foggia
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