L’Asp di Cosenza di nuovo senza vertici: Vincenzo La Regina è decaduto

Il commissario straordinario del’Asp di Cosenza, Vincenzo La Regina, è decaduto. Le voci si sono rincorse ieri nei corridoi. Da Roma non è arrivata la proroga richiesta ad aprile dal commissario ad acta Guido Longo. “Ufficializzato” dunque l’automatismo disposto dal decreto Calabria che prevede la decadenza in caso di mancata presentazione dei bilanci entro 90 giorni dalla firma del contratto.

La risposta è stata consegnata ieri mattina a Longo, che ora si trova con una matassa complessa da sbrogliare. La questione è tutta legata ai bilanci dell’Asp mai presentati: quelli relativi al 2015, 2016 e 2017 sono stati dichiarati falsi dal Gip nell’ambito dell’inchiesta sul “Sistema Cosenza”. Impossibile, secondo Longo, poter presentare i successivi (2018, 2019 e 2020) sulla base di bilanci considerati falsi.

Ma la legge nazionale non ammette né deroghe e né proroghe. Per ottenere un po’ di tempo in più sarebbe stato necessario un intervento legislativo in tal senso, che non c’è stato. Dunque l’Asp di Cosenza si ritrova di nuovo senza un vertice e con questo problema dei bilanci che rischia di portare ad ulteriori gestioni ballerine a causa dell’enorme scoglio contabile.

La questione potrebbe travolgere anche Gianluigi Scaffidi all’Asp di Reggio Calabria, nominato a marzo, se non si riuscirà a chiudere il cerchio sui bilanci mancanti dell’azienda. Allo stato attuale gli unici approvati sono quelli dell’Azienda ospedaliera di Cosenza e del Grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria. I restanti, escluse le Asp di Cosenza e Reggio, sono stati bocciati dal commissario Longo che ha richiesto delle revisioni, quindi in teoria fuori pericolo decadenza.

L’altro aspetto riguarda la denuncia di Longo durante l’audizione in commissione antimafia di due giorni fa. In un passaggio ha fatto riferimento all’assenza di un settore accreditamenti all’interno del dipartimento salute. Uno dei settori più delicati era «chiuso da anni».

Le certificazioni per l’accreditamento della marea di cliniche private della regione arrivavano tramite autocertificazione e senza controlli. Documenti rinnovati “in automatico” ogni triennio. Diversi passaggi secretati dell’audizione avrebbero riguardato proprio le responsabilità di funzionari regionali nella gestione di questi accreditamenti. «Abbiamo cominciato ad avviare questo percorso con l’allora dg Bevere – ha aggiunto Longo – ma ha sei mesi di vita, dovete aspettare perché dobbiamo rimodulare tutto il meccanismo amministrativo».

Anche perché bilanci e accreditamenti viaggiano di pari passo.

«Quando rilasciamo autorizzazioni farlocche – ha detto Longo in audizione – danneggiamo il paziente. Ma questo non piace a chi era abituato ad altre cose. Il difetto nell’autorizzazione all’accreditamento genera poi il contenzioso e con questo si verificano i buchi nelle aziende di Reggio e Cosenza. Abbiamo iniziato ad accentare il contenzioso ma dobbiamo ripercorrere sette, otto anni a ritroso. Adesso stiamo finendo il 2020. Anche questo non piacerà a qualcuno. Si inizia con il ritardo nei pagamenti e si passa al contenzioso, alla non gestione del contenzioso per cui aumentano gli interessi e poi si passa alle società milanesi che acquistano i crediti ed alle società estere quotate in borsa. Ho parlato con i procuratori di Reggio Calabria e Catanzaro dicendo loro che sarebbe il caso di fare un’indagine sistemica perché mi sembra un sistema ben collaudato che riguarda, attenzione in misura diversa, tutte le aziende».

Fonte: Il Quotidiano del Sud

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